Oramai endemica in Africa, la malattia del vaiolo delle scimmie è stata già abbondantemente segnalata anche in Europa su pazienti che non hanno fatto viaggi recenti. Vediamo cos’è, quali sono i rischi e, sopratutto, se c’è la possibilità che arrivi anche in Italia
E’ oramai sotto l’attenzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la rapida diffusione di una malattia che si credeva oramai debellata con il vaccino: il vaiolo, e precisamente il vaiolo delle scimmie.
Come abbiamo visto in questo articolo, il primo caso è stato segnalato nel Regno Unito su un paziente che era rientrato dopo un soggiorno in Nigeria.
Rapidamente, però, sono stati segnalati anche altri casi: in UK se ne contano all’incirca 9, di cui più di 7 certi, ma non solo.
Le segnalazioni sono pervenute anche dal Portogallo, per la precisione 14, di cui 5 certi ieri e 20 sospetti, e 7 a Madrid.
A destare preoccupazione il fatto che fra questi pazienti non sia stato identificato un legame epidemiologico, come riportato dal quotidiano iberico El Pais, segno che attualmente vi sono in corso differenti catene di contagio umano che non sono state identificate.
A maggior ragione considerando che sia negli States che in Canada sono stati segnalati dei casi sospetti.
Ma in cosa consiste questa malattia? Che tipo di danni può arrecare all’uomo e, soprattutto, arriverà anche in Italia? Vediamo qualche dato e analizziamo la situazione.
Il vaiolo delle scimmie, detto anche poxvirus, è una zoonosi causata dal virus del vaiolo delle scimmie membro del gruppo Orthopoxvirus.
Nonostante il nome, le scimmie non sono realmente il serbatoio del virus, che rimane a tutti gli effetti ignoto.
Tuttavia, i principali candidati di trasmissione sono i piccoli roditori come gli scoiattoli, e proviene dalle zone remote dell’Africa centrale e occidentale.
Il vaiolo viene trasmesso accidentalmente attraverso goccioline salivari e respiratorie o a contatto con lesione cutanee infette attraverso gli animali vivi o morti.ù
Il periodo di incubazione oscilla fra i 6 e i 3 giorni, anche se può verificarsi una variazione fra i 5 e i 21.
I sintomi principali possono essere sia lievi che gravi, ma sono le lesioni cutanee il principale indicatore.
Stando a quanto riportato dalle autorità spagnole, i sintomi sono “febbre, mialgia, linfoadenopatia (ghiandole gonfie) e un’eruzione cutanea sulle mani e sul viso, simile alla varicella”.
Alcune di queste eruzioni cutanee possono essere particolarmente pruriginose e dolorose, ma se curate non si rivelano fatali per l’uomo.
La malattia, fortunatamente, può essere sconfitta dall’organismo umano, sebbene non esistano cure specifiche.
Si può guarire, infatti, in poche settimane, sebbene l’OMS abbia dichiarato come possa essere fatale per un paziente su dieci.
Non si può escludere, a oggi, che la trasmissione del vaiolo delle scimmie possa pervenire anche in Italia.
Attualmente, fortunatamente, non sono stati segnalati casi, ma quelli spagnoli e quelli britannici potrebbero essere la principale fonte di contagio, a livello geografico e migratorio, per il nostro paese.
Dalle autorità sanitarie, a oggi, non sono pervenuti allarmi di nessun tipo, ma nei prossimi giorni ci si aspetta che queste ultime possano mettere in guardia in tal senso.
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