Le grida disperate del bimbo rimasto in macchina che si incolpava di averli uccisi lui, la disperazione di un paese intero e quella delle famiglie coinvolte. A l’Aquila è lutto cittadino, e sui social, in tanti, invitano ad astenersi da qualsiasi commento cattivo sulla vicenda e su quella povera madre proprietaria dell’auto
Dovrebbe esserci un religioso silenzioso a imperare al posto di qualsivoglia giudizio sulla tragedia che ha colpito l’Aquila, dove la corsa fatale di un auto ha spezzato del piccolo Tommaso, di 4 anni, ferendo gravemente altri 5 bimbi.
Il dolore è di tanti, di tutti: dei genitori dei piccoli ricoverati in gravi condizioni in diversi ospedali, dall’Aquila a Roma, a quello del bambino rimasto in macchina mentre la mamma andava a prendere il fratellino a scuola.
E della sua stessa mamma, oggi indagata per omicidio stradale sebbene non presente nel veicolo.
Si ipotizza che forse, per gioco, il freno possa averlo disinserito il figlio, che davanti all’orrore della scena è piombato in uno stato di pianto isterico incolpandosi per averli uccisi lui.
L’acqua fresca sul piccolo volto non è bastato a placarlo.
Una scena che, solo a raccontarla, vengono i brividi, e che ci spinge a fare solo una cosa: astenerci dal giudizio.
Dal giudicare la madre proprietaria del veicolo, il bambino, la scuola e chiunque è stato coinvolto in questa vicenda che lascia sbigottiti.
Perché saranno gli inquirenti a stabilire con esattezza cosa è accaduto quel maledettissimo pomeriggio di ieri 18 maggio, in cui una terribile fatalità ha distrutto la vita di tantissime famiglie.
Una fatalità, appunto, perché con ogni probabilità è di questo che si tratta. Secondo alcune ipotesi l’auto potrebbe anche essersi sfrenata da sola, finendo in quella folle corsa che ha spezzato la vita di Tommaso.
La comunità aquilana tutta si è stretta attorno alle famiglie colpite da questa immensa tragedia, e il comune ha deciso di proclamare, per l’occasione, lutto cittadino.
Sospese, infatti, tutte le iniziative programmate per questi giorni, fra cui quelle legate alle imminenti elezioni amministrative.
E mentre la città si ferma in segno di solidarietà, un silenzioso pellegrinaggio di cittadini aquilani, come riporta Abruzzo Web, sfila verso la scuola primaria ‘Pile – Primo Maggio’ per portare chi fiori chi orsacchiotti sul muro perimetrale dove la tragedia si è consumata.
Sei in tutto i bambini travolti, tutti di quattro anni, di uno, Tommaso, che non ce l’ha fatta, decedendo lungo il tragitto per l’ospedale.
Il primo cittadino Pierluigi Biondi, oltre alla proclamazione del lutto cittadino con il blocco delle attività non essenziali e le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici della città, ha invitato “tutti i cittadini e le organizzazioni sociali, culturali e produttive, ad esprimere, nelle forme che riterranno opportune, la propria partecipazione e vicinanza ai familiari colpiti”.
Su vari gruppi Facebook sono sorte differenti polemiche sull’accaduto. Una divisione, per altro del tutto inutile, fra gli utenti che incolpano la madre di distrazione e chi, invece, invita al silenzio e alla preghiera in un momento così tragico.
Saranno infatti le indagini a stabilire le reali dinamiche, valutando anche se le recensioni dell’asilo fossero a norma o meno.
“Credo che un po’di silenzio sia dovuto per l’immane dolore che ha dilaniato queste famiglie”, ha scritto un utente sul gruppo ‘Sei Aquilano Se…”, dove tutti i cittadini del capoluogo abruzzese si sono riversati per commentare l’accaduto o esprimere solidarietà alle famiglie.
L’amministratrice del gruppo, tanto l’odio generatosi, ha dovuto persino chiedere aiuto per segnalare i commenti inopportuni.
Segno, questo, che neanche la pandemia è riuscita a creare quel senso di coesione e di astensione dal giudizio dinanzi alle tragedie altrui che in realtà, come in questo caso, riguardano tutti noi.
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