Si rischia il caos a Roma: nessuno vuole guidare i tram e il servizio è a rischio.
L’azienda romana Atac è stata costretta a lanciare l’allarme ai sindacati, chiedendo di convincere autisti dei bus a passare sui tram, perché nella capitale nessuno vuole più fare il tranviere.
Secondo i calcoli dell’azienda, servirebbero almeno 60 figure da aggiungere ai già 300 in servizio. Per coprire la falla, i manager di Atac insieme ai rappresentati Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno deciso di attingere dal personale già presente: si tratta di 7mila autisti, che hanno già difficoltà a coprire giornalmente 1.500 bus e 1.285 chilometri quadrati di rete cittadina.
Nell’accordo tra i sopracitati, hanno scritto che “risulta improcrastinabile avviare un percorso selettivo volto alla costruzione di una nuova graduatoria”, ovvero di lanciare un bando di assunzione “con specifico riferimento al sistema tranviario“. In attesa di organizzare il tutto, è stato avviato “un percorso rivolto agli operatori di esercizio idoneo finalizzato al passaggio su base volontaria, dal sistema bus al sistema tram”.
I volontari non dovranno avere più di 51 anni, e dovranno avere il possesso di diploma di scuola superiore, patente D e carta di qualificazione del conducente, assenza di provvedimenti disciplinari nell’ultimo biennio e condanne penali passate in giudicato.
Lo stesso problema si è presentato alla società milanese Atm e la colpa sarebbe di Atac che “non ha formato, con corsi appositi, nuovi guidatori dei tram, che necessitano di apposite certificazioni. Senza contare che il servizio su questi mezzi è andato via via in declino”.
Non sono solo i tranvieri a mancare a Roma: scarseggiano i fornai e nessuno vuole più gestire lavanderie. Colpa di questo cambiamento radicale è da attribuirsi anche allo sviluppo del mondo digitale, che ha modificato molto il mondo del lavoro. Il colpo finale lo ha dato il covid, che ha incentivato le consegne a domicilio e lo smartworking.
Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma, ha dichiarato: “I fornai sono in forte difficoltà nonostante le riaperture post-Covid. In tantissimi sono scomparsi in questi anni, principalmente per due fattori: l’attacco della distribuzione organizzata e la riduzione del pane nella dieta”.
“Anche le lavanderie di qualità stanno via via scomparendo“. Anche gli edicolai sono in forte crisi, tant’è che “Si stanno trasformando in venditori di altri prodotti, anche in piccole librerie. Sono esercenti che stanno seguendo le esigenze dei tempi”.
In minore difficoltà ma comunque con un grande problema da affrontare sono invece i servizi di ristorazione che, nonostante l’attività, soffrono di una grave carenza di personale. Colpevole sempre la pandemia, che li ha costretti a ridurre gli organici che adesso è difficile recuperare.
Secondo una stima di Fiepet-Confesercenti in questo settore mancano a Roma 8.000 persone per raggiungere quei livelli occupazionali che si avevano nel 2019. I servizi di alloggio e ristorazione hanno un maggiore percentuale di posizioni vacanti, pari al 2,7%.
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