È morto Richard Benson, chitarrista iconico della scena rock italiana; se n’è andato a 67 anni.
Richard Benson è un musicista che, forse più per la sua ‘singolarità’ che per la sua musica, è diventato un’icona in Italia. Celebri e poi più recentemente diventati virali -con l’arrivo di internet e soprattutto Youtube- i suoi concerti, ai quali il pubblico andava a fischiarlo e a tirargli di tutto sul palco.
Eppure Richard Benson è stato un registro vivente della storia della musica rock dagli anni ’70 in poi; non c’era dettaglio a lui sconosciuto sulle band in circolazione, la musica e la chitarra non avevano segreti per lui.
Nato a Wokin, in Inghilterra, è stato poi naturalizzato italiano e negli anni ’70 è stato un personaggio molto popolare dell’underground romano. In quegli anni ha debuttato come chitarrista del gruppo prog ‘Buon Vecchio Charlie’ e ha cominciato la sua carriera da speaker radiofonico.
Ha continuato per qualche anno sulla stessa onda, ha inciso diversi dischi, occupandosi sempre di generi che spaziavano dall’heavy metal all’hard rock fino al rock progressive. Finalmente nel 1999, ha pubblicato il suo primo album da solista ‘Madre Tortura’ ed è in questo periodo che la sua personalità lo fa notare anche alla tv.
Approda quindi a Stile Libero Max, dove giudicava degli artisti improbabili a suon di reazioni estremamente esagerate; poi arriva anche al Chiambretti Night su Italia 1. Più recentemente, nel 2015 aveva inciso il suo ultimo album ‘L’inferno dei vivi’.
Richard Benson non aveva figli, ma era sposato. Dalle voci in circolo negli ultimi anni, però, sembra che il cantante e suo moglie fossero in crisi. Qualcuno aveva anche dichiarato che lei avesse lasciato il tetto coniugale, tuttavia non si hanno notizie in merito alla veridicità di queste indiscrezioni.
Adesso è morto, e solo pochissime ore fa la famiglia ha annunciato la sua morte su Facebook con un breve messaggio: “Carissimi amici ed amiche, dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta. Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: ‘Se muoio, muoio felice’“.
Non si sa di preciso quale malattia ha colpito l’iconico chitarrista, ma lottava da anni contro quello che si presume fosse un cancro. La stessa malattia negli anni gli aveva impedito di suonare la chitarra, a causa della scarsa mobilità delle dita. Sembra che Benson fosse ricoverato da tempo in una clinica dopo un deterioramento delle sue condizioni di salute, e purtroppo questa volta non ce l’ha fatta.
Tantissimi i messaggi di cordoglio su Facebook, ma ne è arrivato uno di una persona speciale
Tra chi a ricordato il musicista è stato anche Carlo Verdone, che nel 1992 scritturò Benson nel film ‘Maledetto il giorno che t’ho incontrato’, nel quale interpretava se stesso, critico musicale e presentatore di un programma tv fittizio. L’attore e regista ha ricordato Benson con un lungo e toccante post su Instagram:
“Mi hanno comunicato in questo momento che Richard Benson, chitarrista, conduttore televisivo e radiofonico, e con me attore ci ha lasciato oggi. Rimasi folgorato quando lo vidi parlare di grandi chitarristi e gruppi a me sconosciuti in una emittente televisiva romana, ‘TVA 40′”.
“Era stravagante, un po’ folle ma decisamente un personaggio da tenere presente per un film. E così gli offrii il ruolo di un conduttore adrenalinico in un programma dal titolo “Jukebox all’Idrogeno” in Maledetto il Giorno… Fu fantastico. Professionale e meticoloso. La bellezza di quegli anni in televisioni minori era trovare personaggi eccessivi, strani, folli”.
Ha concluso così il messaggio: “Veniva fuori una Roma a noi sconosciuta dove si inventavano modi di dire, si creavano incredibili look, si sdoganava il proibito. Era sempre la periferia ad inventare. Perché la borghesia non ha mai inventato nulla. Massimo Marino, Alberto Marozzi, I Falchi della Notte erano il simbolo di una Roma moderna, futurista e trasgressiva. Metti il distorsore in cielo, Richard!“.