L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo prosegue senza sosta, con il conflitto che ormai vive una fase di pericolosa escalation e con i negoziati che appaiono sempre più distanti.
Tra le città bombardate da Mosca c’è anche Odessa, che proprio otto anni fa, il 2 maggio 2014, fu teatro di violenti scontri armati fra fazioni di militanti filo-russi e di sostenitori del nuovo corso politico ucraino che culminarono nella strage all’interno della Casa dei Sindacati.
All’interno dell’edificio, andato a fuoco, trovarono infatti la morte 48 persone che si erano rifugiate lì dentro in seguito agli scontri. Quasi tutte le vittime erano manifestanti filo-russi, deceduti assieme ad alcune persone che si trovavano fortuitamente dentro la Casa dei Sindacati.
Un rapporto dell’ONU precisò che i responsabili dell’incendio non furono mai individuati perché la magistratura e la polizia ucraina non fecero mai indagini in tal senso.
Tuttavia, è stato accertato che all’esterno della Casa dei Sindacati erano raggruppati moltissimi sostenitori del nuovo governo ucraino, determinatosi nel paese dopo le proteste di Euromaidan: proprio questi sostenitori lanciarono bottiglie incendiarie contro l’edificio di Odessa.
34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni persero la vita, alcuni per intossicazione, altri nel tentativo di lanciarsi dall’edificio in fiamme. In 247 dovettero ricorrere alle cure mediche.
Tuttavia, quella che fu una vera e propria strage viene identificata su Wikipedia come ‘Incendio della Casa dei sindacati di Odessa’, mentre prima era appunto intitolata ‘Strage di Odessa’.
Anche all’interno della pagina si notano alcune differenze rispetto a prima, ad esempio la cancellazione di alcune fonti precedentemente utilizzate, tutt’altro che a favore dei russi: non compaiono più rapporti delle Nazioni Unite e articoli di testate come New York Times e Bloomberg.
In più, sulla pagina Wikipedia che racconta i fatti di quel 2 maggio 2014 viene riportato quanto affermato dall’agenzia di stampa indipendente dell’Ucraina, UNIAN, ovvero che il lancio di molotov verso l’edificio da parte dei manifestanti pro-Maidan è cominciato dopo che i filo-russi, assediati all’interno della Casa dei Sindacati, avevano iniziato a sparare colpi di arma da fuoco. Addirittura il Ministero dell’Interno ucraino avanzò l’ipotesi che il rogo fosse stato provocato accidentalmente dagli stessi occupanti.
Ma cosa potrebbe succedere oggi, otto anni dopo quel tragico evento? In molti, sul web, hanno ricordato le parole di Vladimir Putin dello scorso 24 febbraio, quando con un discorso il leader russo annunciava l’invasione dell’Ucraina.
“Sappiamo chi sono gli autori dell’attentato e andremo a prenderli”, aveva detto il numero uno del Cremlino, facendo chiaramente capire le intenzioni di vendetta di Mosca per quanto accaduto alla Casa dei Sindacati di Odessa.
Il governo ucraino si aspetta un attacco da parte dei russi ed è per questo che ha stabilito il coprifuoco totale in città, con il divieto di qualsiasi commemorazione della strage per “evitare provocazioni”.
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