Minacce, rumori molesti e rifiuti sui balconi altrui – l’incubo di un intero condominio: sotto accusa una famiglia di tre persone

Non tutti forse sapranno che lo stalking non esiste soltanto nella forma più conosciuta; per macchiarsi del reato di stalking si pensa di dover seguire qualcuno, spiarli, importunarli, il tutto solitamente tra due persone. Eppure esiste un’altra tipologia di stalking: quello condominiale.

Lo stalking condominiale unisce insieme il reato di stalking e quello di disturbo alla quiete pubblica e viene considerato tale quando un condominio produce rumori capaci di disturbare un gruppo indeterminato di persone, costringendo i vicini a cambiare abitudini di vita.

È esattamente ciò che è successo ad una famiglia residente in un palazzo in zona Eur, Roma. Sotto accusa di atti persecutori si trova la famiglia dei vicini, composta da tre individui: Giampiero P. e Patrizia B. insieme al figlio ventenne Gabriele P. Per anni avrebbero reso la vita impossibile alle famiglie che vivono nello stesso stabile, in particolare ad una coppia con un bambino di 10 anni.

Secondo quanto riportato ai magistrati dalle famiglie ormai esauste, le vessazioni sono iniziate nel 2017. Vessazioni che hanno recato seri problemi ai poveri malcapitati. Tra queste, musica a volume assordante a tutte le ore del giorno e della notte e atti di puro vandalismo atti esclusivamente a disturbare i condomini: rumori metallici, probabilmente prodotti con padelle e utensili da cucina, rifiuti ed escrementi buttati sul balcone dei vicini.

Molti di questi atti sarebbero stati compiuti come gesti di vendetta contro il resto dei condomini, che nel 2017 cominciavano a protestare per il volume troppo alto della musica sia di giorno che di notte, addirittura fino all’alba. Dopo le proteste la situazione è degenerata fino a non lasciare alcun dubbio agli inquirenti che si stanno adesso occupando del caso. Si tratta di stalking condominiale.

Il gup ha accettato la ricostruzione della Procura e hanno affidato il caso al giudice ordinario. Secondo altri dettagli rivelati da ‘Il Messaggero’, dormire era diventato impossibile, soprattutto per la famiglia che ha deciso finalmente di sporgere denuncia; il bambino delle vittime non riusciva a concentrarsi abbastanza da svolgere i compiti scolastici.

Situazione insopportabile: finalmente la denuncia

Nel capo di imputazione si legge che, in un occasione, la vicina (madre del bambino) sia stata seguita mentre accompagnava il figlio a scuola e, per paura, sia stata costretta a cambiare il percorso e altre abitudini quotidiane. Oltre a gettare i rifiuti sul balcone dei vicini, gli imputati avrebbero addirittura tranciato i fili del citofono di chi aveva sporto lamentele.

Il Pubblico Ministero Silvia Sereni ha specificato, nel capo d’imputazione: “Gli imputati hanno provocato continui rumori con oggetti di metallo in orario pomeridiano, tali da impedire il riposo. Le vittime sono state minacciate e molestate per anni, causando loro un perdurante stato di ansia e di paura e un fondato timore per l’incolumità della propria famiglia”.

Le minacce erano diventate troppe e finalmente i condomini hanno deciso di rivolgersi all’avvocato Eugenio Pini per esporre denuncia. Il penalista ha dichiarato: “Nel 2011 la Corte di Cassazione ha elaborato la fattispecie dello stalking condominiale il reato si configura in presenza di una condotta persecutoria contestualizzata nell’ambito dei rapporti condominiali, e in presenza di atti lesivi continuati nel tempo che inducono nel condomino che li subisce un disagio psichico, fisico ed un ragionevole senso di timore tale da condizionarne la vita di tutti i giorni. Ritengo che la giurisprudenza abbia correttamente ritenuto di dover tutelare la serenità domestica dei condomini”.

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