Uno scienziato della NASA ha rivelato alcuni ragioni del perché è possibile dimostrare che esistesse la vita su Marte, milioni di anni fa. Secondo quanto riportato dal ‘The Sun’ la Dott.ssa Moogega Cooper ha trovato la risposta.
Di recente la scienziata -definita una vera ‘Guardiana della Galassia’- ha parlato a ‘Talks at Google’ in merito al suo importante ruolo come ingegnere alla protezione planetaria. La Dott.ssa Cooper lavora con la NASA e il progetto della quale è incaricata è decisamente importante.
La sua ricerca riguarda la protezione dei pianeti dalle contaminazione esterne e la pianificazione di un metodo scuro per trasportare vite aliene sulla Terra. Alla dottoressa è stato chiesto il suo parere sulla vita su Marte, se ci fosse mai stata vita sul pianeta rosso. La risposta è stata decisamente positiva.
Ha così dichiarato: “Esisteva l’acqua su Marte? Sì. Su Marte esiste un ambiente chimico interessante, che avrebbe potenzialmente potuto dar vita o sostenere forme viventi? Sì”. Secondo la Cooper queste ragioni sono più che sufficienti per affermare che la vita su Marte è, di fatto, esistita.
Non possiamo dunque escludere la possibilità che il pianeta rosso sia stato, a suo tempo, abitato; effettivamente anche la stessa NASA non ha mai abbandonato l’idea che esistano -o siano esistite- forme di vita su Marte o altri pianeti. Potrebbe trattarsi di una qualche forma vivente che al momento non riusciamo a comprendere.
La Dott.ssa Cooper ha fatto notare che i microbi terrestri possono sopravvivere in condizioni davvero estreme e lo stesso concetto potrebbe valere con quelli ‘marziani’. Se gli astronauti dovessero trovare davvero delle forme di vita, il compito della Dott.ssa Cooper sarebbe quello di assicurare la sicurezza della Terra una volta riportati indietro dei campioni.
A ‘Talks at Google’ ha dichiarato: “Un giorno speriamo di portare sulla Terra qualche campione e dobbiamo avere la stessa considerazione anche per l’opposto. Dobbiamo fare tutto il possibile perché queste procedure vengano attuate in maniera più sicura possibile, per evitare contaminazioni tra pianeti”.
Sul proteggere la Terra da vite aliene ha aggiunto: “Possiamo proteggerci in base a ciò che conosciamo oggi; se scopriamo qualcosa di nuovo dobbiamo imparare e modificare il nostro approccio. È simile alla situazione Covid: impari qualcosa di nuovo e ti adatti”.
Ha continuato: “Devi semplicemente seguire la corrente e adattarti perché è questo che fanno gli scienziati. È la stessa cosa per la vita marziana. Conosciamo la vita solo come l’abbiamo sempre vista e studiata quindi possiamo solo usare le nostre conoscenze sulla vita del nostro pianeta come modella per quella marziana”.
Al momento gli scienziati stanno basando le loro ipotesi sulla ‘potenzialmente pericolosa’ vita marziana sui prioni. Quest’ultimi sono delle molecole che possono negativamente influenzare o danneggiare il cervello. Alcuni dei prioni terrestri sono la causa, per esempio, dell’encefalopatia spongiforme bovina (comunemente detto morbo della mucca pazza), che nell’uomo può causare demenza o addirittura la morte.
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