Giallo Matteo Valentini, cosa è successo in quei 7 minuti? Le ipotesi

Si intensificano le attività di indagine sul caso di Matteo Valentini, il giovane magazziniere ritrovato con la testa fracassata e ancora in coma. Un interrogativo campeggia su tutti: cosa è successo in quei fatidici 7 minuti?

E’ giallo sulla presunta aggressione a Matteo Valentini, il 20enne magazziniere originario di Roma ritrovato in stato di incoscienza con una grossa ferita alla testa.

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Il giovane è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Umberto I dopo essere stato rinvenuto a terra lungo viale Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti nella zona di Colli Aniene.

Valentini ha perso i sensi a causa della profondissima ferita sulla testa che, si suppone, possa essere stata causata da un oggetto contundente.

Ma è un’ipotesi da appurare. Sono infatti tanti gli elementi che non tornano in questo giallo, nel quale resta da capire se il 20enne sia stato aggredito o meno. 

Cosa è successo a Matteo Valentini: le ipotesi e il mistero dei 7 minuti

Tutto ha avuto inizio lo scorso sabato, quando dopo una serata in compagnia con gli amici si è diretto verso casa. 

Nessuno, tuttavia, sa cosa sia successo a Matteo che fra l’1,15 e l’1,22 mentre camminava a piedi.

Bisogna, anzitutto, stabilire l’esatto percorso fatto dal ragazzo per tornare a casa alla ricerche di videocamere di sorveglianza che possano aver inquadrato quanto accaduto.

Le due che fino ad ora sono state individuate e puntano proprio sul posto dove il 20enne è stato rinvenuto in stato di incoscenza.

Tuttavia potrebbero non essere sufficienti per scoprire nel dettaglio le dinamiche dell’accaduto.

Al fine di ricostruire le ultime ore prima della presunta aggressione, gli investigatori stanno ascoltando sia la famiglia che gli amici che erano con lui quella sera. Qualora si tratti di un aggressione, infatti, potrebbe essere stato seguito dal pub dove si trovava, come riporta il Messaggero.

L’ipotesi è che, qualora si tratti di aggressione, Matteo sia stato preso alla sprovvista. Il che spiegherebbe il tono estremamente calmo del messaggio inoltrato alla sua amica all’una e un quarto, poco prima che si scatenasse l’evento che lo ha condotto al coma.

Gli indizi

Per quanto concerne gli indizi, un elemento su tutti spicca come il più importante: l’enorme ferita alla testa. Gli investigatori, per ora, ipotizzano che possa esser stato causato, come si diceva, da un corpo contundente, ma è tutto da appurare.

Ma c’è un aspetto da chiarire che rimane, a oggi, oscuro. Gli abiti della vittima erano in buone condizioni al momento del ritrovamento, e ciò porta ad escludere una possibile colluttazione importante con un terzo.

Il cellulare e le sneakers, tuttavia, erano totalmente distrutti, come se, ipotizza il Messaggero, il 20enne fosse stato trascinato per alcuni metri.

La pochette e il portafoglio che aveva con sé erano intatti, e non vi è segno di alcun furto di denaro né di documenti personali. Da qui l’ipotesi che si tratti di un’aggressione.

“La nostra ipotesi è che qualcuno lo abbia sorpreso” – dichiara Andrea Valentini, fratello di Matteo – “I ragazzi con la pandemia e il Covid sono andati fuori giri, il mio timore è che quello che è accaduto a mio fratello possa accadere ancora. Ecco perché, a poche ore dalla tragedia, la mia famiglia ha lanciato numerosi appelli in cerca di testimoni”.

Nessuno si sia fatto avanti come possibile testimone, ragione per la quale le piste di indagine rimangono quasi tutte aperte, almeno fino a ora.

Le varie ipotesi

Che si tratti di una possibile aggressione è, indubbiamente, la pista più attendibile. Qualcuno probabilmente potrebbe aver colpito Matteo alle spalle dopo averlo seguito dal locale, per poi trascinarlo una volta stordito.

Ignaro anch il movente. Potrebbe ipotizzarsi che, mentre si trovava al locale, il potenziale aggressore abbia avuto uno scontro con il ragazzo, o che qualche vecchia inimicizia abbia scatenato l’aggressione una volta visto da solo tornare per strada.

Ipotesi, queste, che non hanno al momento alcun riscontro con le possibili prove rinvenute sul posto.

E proprio le prove sono l’elemento principale che gli investigatori stanno cercando. Oltre all’analisi delle telecamere del percorso possibile fatto dal 20enne, non di esclude che quest’ultimo possa essere stato vittima di un pirata della strada.

E, se fosse così, sulla strada adiacente il luogo del ritrovamento potrebbero sicuramente esserci tracce di pneumatici sull’asfalto.

La reazione nel coma alla voce della madre

Nel frattempo la famiglia si divide fra l’ospedale e la questura. A dare maggiori informazioni sullo stato di salute è il fratello Andrea che, sempre al Messaggero, racconta che dopo aver sentito la voce della madre sono improvvisamente schizzati in alto i parametri vitali e la frequenza cardiaca, con un’intensità tale che i medici l’hanno invitata ad uscire dalla stanza.

“È un segnale positivo” – spiega Andrea – “significa che sta tornando da noi, che i due profondi ematomi si stanno riassorbendo. Ha sentito la voce di nostra mamma e tutte le macchine hanno iniziato a suonare”.

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