Il campione di ciclismo Vincenzo Nibali rivela che tantissimi ciclisti hanno avuto conseguenze a lungo termine dopo aver contratto il covid.
Una volta che il governo ha considerato chiuso lo stato d’emergenza e che l’attenzione dei media si è spostata sulla crisi economica e sulla guerra in Ucraina, due fenomeni strettamente collegati, in molti hanno commesso l’errore di considerare la pandemia conclusa. Gli effetti li stiamo notando quotidianamente con una conta dei contagi che recita ancora circa 70 mila casi al giorno e una conta decessi che è nella media di 150 al giorno.
Insomma la pandemia non è ancora stata debellata e sebbene si pensi che questi siano gli strascichi finali del Covid-19, gli effetti della malattia sono ancora presenti in tutto il mondo. Inoltre, già a partire da oggi si cominciano a notare quelli che potrebbero essere gli effetti a lungo termine del contagio sulle prestazioni fisiche. Anche chi ha contratto una malattia con sintomi deboli può aver riscontrato, tornando all’attività fisica, problemi di respirazione, stanchezza, dolori e in generale una condizione fisica non ottimale.
Qualche tempo fa, analizzando l’aumento di casi di problemi cardiaci tra i calciatori, si è ipotizzato che il covido possa aver creato problematiche cardiache agli sportivi. Qualcosa del genere si sta verificando anche nel ciclismo, sport che richiede uno sforzo fisico estremo e nel quale ci sono molti più casi di professionisti che accusano malori o che non si sentono in grado di risalire su una bici per compete ad alti livelli.
Vincenzo Nibali lancia l’allarme: il covid è stato sottovalutato dai ciclisti?
A lanciare l’allarme sulle pagine del Corriere dello Sport è stato uno dei nostri ciclisti di maggiore spessore, Vincenzo Nibali. Lo “Squalo dello Stretto” ha raccontato al quotidiano di aver accusato un malore durante la notte dopo una giornata di allenamento e di aver pensato di essere vicino alla morte: “Una notte sono stato così male che ho detto a mia moglie di chiamare l’ambulanza. Deliravo. I problemi alle vie respiratorie sono durati giorni e giorni. Mi sentivo uno straccio”.
Il tutto è accaduto dopo che in febbraio Nibali aveva contratto il covid e nonostante i sintomi riscontrati durante il periodo di malattia fossero stati molto deboli. Per questo il ciclista ritiene che in tantissimi all’interno del movimento ciclistico internazionale abbiano sottovalutato le conseguenze dell’infezione sul corpo: “Molti di noi abbiano sottovalutato l’infezione cercando di recuperare troppo in fretta, non a caso tanti colleghi sono fuori uso”.
Al momento è troppo presto per asserire con certezza che c’è una correlazione diretta tra l’infezione e questi casi, però il numero di defezioni comincia ad essere rilevante e questo fa pensare che in effetti ci sia una connessione. Di recente anche il tre volte campione del mondo Peter Sagan ha rivelato di non riuscire a tornare in forma dopo aver avuto il covid e che ogni giorno si sente costantemente senza energie. Lo sloveno non ha parlato di correlazione con il covid, non si è sbilanciato, ma ha fatto capire che la situazione lo preoccupa e che farà tutti gli accertamenti del caso per capire cos’ha e come può recuperare.