L’organizzazione di volontariato internazionale Peace Corps sta attualmente gestendo alcune operazioni umanitarie in Ucraina. Tuttavia, è accaduto un fatto abbastanza spiacevole in questi giorni. I volontari dei Black Peace Corps sono stati “addestrati”, infatti, ad essere chiamati neri ed affrontare altri comportamenti razzisti una volta in Ucraina. Queste sono le linee guida che al momento stanno facendo molto discutere sui social.
Come riportato da Yahoo news, l’avvertimento – frutto anche dei resoconti personali dei volontari e degli studenti africani in Ucraina che scelgono di studiare nel paese a causa delle condizioni economiche e di istruzione più accessibili – richiede di avere la scorza dura e di comprendere che la discriminazione razziale deriva dalla mancanza di esposizione degli ucraini alle persone di colore e al preconcetto che tutti gli americani siano bianchi.
“Non è raro che gli ucraini si riferiscano agli afroamericani come “[N-Word]”. I volontari di colore possono essere chiamati “scimmia” o possono vedere i bambini giocare col Blackface”, ha scritto un volontario.
I volontari degli US Peace Corps sono nel paese dal 1992, insegnano l’inglese e aiutano gli ucraini ad avere una maggior competenza finanziaria, mediatica e civica, puntando molto sulla conoscenza dell’HIV e su altre iniziative che si inquadrano nello sviluppo della comunità. L’organizzazione, quindi, forma i volontari con l’obiettivo di doversi impegnare in maniera appropriata ed efficace, trovando, attraverso le culture, un terreno comune con le persone che aiuteranno.
Tuttavia, sempre come riportato da Yahoo News, i volontari di colore potrebbero dover affrontare problemi molto più complicati, secondo un resoconto di un volontario anonimo: “La loro comprensione della cultura afroamericana è alimentata dai media e dagli stereotipi africani. Sarai oggetto di molto interesse e sguardi curiosi” – ha scritto il volontario – “Questi sguardi possono metterti a disagio e infastidirti. La percezione iniziale che gli ucraini hanno di te potrebbe essere che tu provieni dall’Africa. Far comprendere che sei un americano e la formazione in PST – Pre-Service Training, ndr – ti aiuterà a gestire il tuo impegno in relazione a questi preconcetti”.
Il Corpo ha anche raccontato che i volontari potrebbero essere scambiati per studenti universitari, che negli ultimi mesi hanno subito il costo sociale del razzismo, bloccati nel paese tra violenza e caos. Non è un mistero, infatti, che molti profughi africani vengono anche fermati alla frontiera polacca perché si “prediligono” rifugiati ucraini biondi con gli occhi azzurri, impossibilitati così a fuggire dagli orrori della guerra. Diversi video sul duro trattamento sono diventati virali online ed un nuovo rapporto mostra che molti neri in fuga dall’Ucraina sono detenuti in strutture simili a prigioni in tutta Europa.
Secondo i dati, circa 16.000 studenti universitari internazionali in Ucraina nel 2020 provenivano dall’Africa. Anche se gli studenti contribuiscono con milioni di dollari all’economia del paese, continuando a Kiev gli studi, molti hanno detto di essere stati evitati dai funzionari ucraini, in favore delle donne e dei bambini della nazione ospitante, quando hanno cercato di lasciare il paese già a febbraio.
Ma di queste storia ce ne sono a centinaia. Agli africani è stato impedito pure l’accesso agli autobus e ad altri mezzi di trasporto al confine, rimanendo bloccati al freddo e al gelo. I cittadini, infatti, hanno perseguito una politica ucraino-centrica, con gli uomini ucraini tra i 18 ei 60 anni non autorizzati a partire.
Questi racconti dimostrano che il recente trattamento ai confini del paese è solo un frammento del passato razzista dell’Ucraina. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha messo in guardia le minoranze etniche sui viaggi in Ucraina e i gruppi per i diritti umani hanno espresso più di una preoccupazione per i crimini razziali che sono culminati nel 2009 con una legge che ha aumentato la pena, a seguito di una serie di uccisioni razziali di immigrati africani e asiatici nel 2007.
Il disclaimer dei Peace Corps è stato retwittato più di 10.000 volte, destando molta indignazione. Alcuni hanno rimproverato i Peace Corps per non aver fatto di più per proteggere i volontari neri. Sempre Yahoo News fa presente come il giornalista ed ex volontario del Peace Corp, Terrell Starr, abbia detto di essere stato fermato 29 volte mentre viveva in Ucraina e che nessuno gli avrebbe affittato un appartamento mentre era lì.
Ma ci sono anche esperienze positive, come quella del veterano dell’esercito di Detroit, che ha prestato servizio nei Peace Corps in Ucraina, che ha affermato di aver stabilito uno stretto legame con le persone nel paese, tanto da sentirsi in dovere di tornare ora in Ucraina per combattere i russi.
In ogni caso il Peace Corps raccomanda che i volontari neri reagiscano al razzismo diversamente a seconda della situazione. Possono scegliere di sottrarsi volontariamente al problema, di ottenere aiuto da altri volontari o personale, o ancora di praticare una sorta di cura personale o strategie di adattamento.
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