Il mese scorso il governo Draghi ha annunciato una possibile decisione che, se pur progettata sulla lunga distanza, non ha fatto altro che inasprire il clima di sfiducia già ampiamente diffuso tra gli Italiani. Si parla di una probabile riforma del catasto che, stando alle dichiarazioni del governo, non intaccherà le tasche degli italiani. Confedilizia non ne è così sicura.
La modifica dell’articolo 6 entrerebbe in vigore nel prossimo 2026 ma, secondo quanto dichiarato da Confedilizia in un post sui loro social, potrebbe intaccare anche in modo molto salato le tasche degli italiani. Modificando infatti le normative catastali su molte famiglie italiane potrebbe abbattersi l’ombra della temutissima Imu, anche sulla prima casa.
Nel post Confedilizia ha spiegato: “L’Imu colpisce attualmente le prime case solo se considerate “di lusso”. Con l’attuale catasto, hanno questa connotazione le unità immobiliari di categoria catastale A/1, A/8 e A9. Con i nuovi inquadramenti catastali, le modalità di individuazione delle abitazioni considerate “di lusso” potrebbero portare a risultati molto diversi dagli attuali, con l’inclusione nella tipologia “di lusso” di un numero maggiore di unità immobiliari“.
Quella del catasto è inserita tra le riforme fiscali proposte da Forza Italia e Lega, alla quale si sta opponendo soltanto Fratelli d’Italia. Modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili faciliterebbe il lavoro dell’Agenzia delle Entrate e dei Comuni nel mantenere un corretto classamento degli immobili, individuando così i ‘furbetti’ dell’edilizia.
Se da una parte si potrebbe combattere l’abusivismo edilizio dilagante in tutto lo stivale, dall’altro potrebbero essere pesantemente intaccate le tasche di tantissime famiglie, con le cinghie già strette a causa dei recenti avvenimenti mondiali. Confedilizia porta avanti da un mese la propria battaglia contro la riforma e Venerdì 8 Aprile scenderà nelle piazze d’Italia per protestare contro il disegno di legge.
Confedilizia sta invitando tutti i cittadini a farsi sentire contro quella che, a parer loro, sarebbe una rovina economica per tutti i possessori di singola casa e per i futuri acquirenti. Ci sono dei punti fondamentali da chiarire soprattutto a chi non conoscesse il tema o l’importanza di quest’ultimo.
I dati catastali influenzano l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) ovvero la dichiarazione attraverso cui i cittadini italiani possono usufruire di agevolazioni economiche per prestazioni sociali o servizi pubblici (vedi scuola, sanità). Tra i parametri che determinano la situazione economica è conteggiato anche il valore catastale degli immobili di proprietà, inclusa la prima casa. Ovviamente maggiore sarà l’Isee, minore l’opportunità di accedere alle agevolazioni.
Il valore catastale dell’immobile influenza anche i tributi sulle compravendite, per cui le imposte da pagare sull’acquisto di un immobile saranno direttamente proporzionali al valore di quest’ultimo. Come precedentemente accennato, la riforma catastale andrebbe ad inserire delle categoria catastali ‘di lusso’ abitazioni attualmente al di fuori da questa categorizzazione, ampliandone esponenzialmente il numero.
A premere sulla riforma è anche la Commissione Europea che, oltre a intimare l’Italia ad aggiornare il sistema catastale, ha ‘suggerito’ la reintroduzione senza distinzioni dell’Imu sull’abitazione principale, ovvero sulla prima casa. Se il degno legge dovesse essere approvato, significa che diverse famiglie con redditi esigui e proporzionati immobili di proprietà, saranno trattati come ‘ricchi, lussuosi proprietari’, impedendo di conseguenza l’accesso a qualsiasi agevolazione Isee.
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