Davide Casaleggio, figlio del co-fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio, non utilizza mezzi termini per analizzare la situazione attuale del M5S, esprimendosi molto duramente anche sulla leadership di Giuseppe Conte.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Davide Casaleggio introduce la sesta edizione di SUM, la rassegna promossa dall’associazione intitolata a Gianroberto Casaleggio (scomparso sei anni fa), che si terrà proprio questo pomeriggio a Milano con lo slogan ‘Capire il futuro’.
Tuttavia, Casaleggio coglie l’occasione per lanciare una serie di bordate ai vertici del M5S, utilizzando parole di fuoco. Per il figlio del co-fondatore, infatti, il Movimento 5 Stelle che tutti hanno conosciuto “non esiste più” perché si avrebbe paura “delle decisioni dei cittadini”.
“Si ha paura di chiedere agli iscritti anche solo una rosa di nomi per il Quirinale – tuona Davide Casaleggio – consultarli per cambiare il programma sulla politica estera o per capire chi candidare in un comune come a Palermo o in una regione come la Sicilia o ancora di permettere le candidature dal basso inventando addirittura consultazioni con un mono-candidato”.
“Di questo passo il M5S diventerà una bad company”
Proprio questo approccio, secondo il figlio di Gianroberto Casaleggio, starebbe portando il consenso del Movimento 5 Stelle ai minimi storici: “Penso che il trend sia ormai irreversibile”, afferma Davide Casaleggio al Corriere della Sera.
Non si sente esente da responsabilità: “Probabilmente ho aspettato troppo sperando che chi aveva la possibilità di fare la cosa giusta la facesse”. Nel corso dell’intervista diventano sempre più chiari i riferimenti a Giuseppe Conte e alla sua leadership, che viene contestata da Davide Casaleggio.
Il figlio di Gianroberto parla apertamente di illegittimità: “Non credo sia un caso che il 58% degli iscritti che avrebbero potuto votare ha deciso invece di astenersi o di votare contro – aggiunge – Persistere in questa direzione credo serva solo a trasformare il Movimento in una bad company da seppellire prima delle elezioni politiche”.
Dal canto suo, Giuseppe Conte ha incassato il 94% di voti favorevoli al prosieguo della sua Presidenza del Movimento 5 Stelle: l’ex premier ha messo in evidenza l’importanza di questo risultato, anche se in molti hanno fatto notare lo stesso aspetto sollevato da Davide Casaleggio, ovvero il fatto che molti iscritti al M5S abbiano deciso di non esprimersi.
“Non siamo la succursale del PD”: Conte chiede rispetto per il M5S
Non può essere di certo un momento semplice per Giuseppe Conte, che viene criticato (anche dagli ‘alleati’ del PD) per la sua posizione contraria all’aumento delle spese militari. Ha fatto scalpore l’ultimo intervento di Conte in diretta al programma Omnibus, dove si vede l’ex premier molto infervorato su questo punto.
Il presidente del M5S appare in una versione abbastanza inusuale, in camicia, arrivando a sbattere anche i pugni sul tavolo: “Non siamo la succursale di nessuno”, ha voluto sottolineare Giuseppe Conte, che ha tenuto a precisare che l’alleanza con il PD, che pure va avanti ormai da tempo, richiede comunque che ci sia rispetto per il Movimento 5 Stelle.
“Pensare che questa verifica sulle spese militari sia strumentale è fuori da ogni logica”, aggiunge Conte.