Sobilla ancora nei cuori di molti italiani la mancata impresa di Fiume, quando il poeta Gabriele D’Annunzio provò ad annettere all’Italia la città contesa con il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. E che dire della più famosa scissione dell’Irlanda dal Regno Unito nel 1922 o, in tempi più recenti, delle richieste di indipendenza da parte dei Paesi Baschi o della Cecenia?
Per non parlare della Palestina e della Catalogna, da sempre sostenute dai movimenti pacifisti, e non solo, nella loro lotta continua, anche se per ragioni storiche e politiche estremamente diverse? Insomma, nessun grido irredentista è mai rimasto inascoltato; chi ha fatto sentire la propria voce in tutti questi anni ha sempre ricevuto supporto e sostegno internazionale. Lottare per il proprio popolo, le proprie origini e la propria indipendenza, non è per nulla semplice, proprio per questo la libertà resta uno dei principi fondamentali dell’uomo, niente e nessuno può mettere a repentaglio un diritto costituzionale così importante, o forse sì.
A tutto Risiko: quale regione sei disposto a cedere?
Continua a far discutere, infatti, la posizione sostenuta da una gran fetta di esperti, studiosi o semplici commentatori seriali facebookiani, che ritengono un buon compromesso cedere a al presidente russo Vladimir Putin la regione del Donbass e della Crimea definitivamente in cambio della pace dell’Ucraina. Ci troviamo sicuramente di fronte a dei cuor di leone.
Per quanto l’idea possa essere allettante, potrebbe creare un precedente non da poco. L’ultima volta che è stato concesso ad un capo di Stato di annettere a suo piacimento territori limitrofi è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, a dimostrazione del fatto che la resa rassegnata è un palliativo a rilascio immediato. Non dimentichiamo che già nel 2008 Putin cerco di intensificare le sue mire espansionistiche schierandosi con i separatisti osseti, creando già allora quasi un punto di non ritorno.
La guerra russo-georgiana del 2008 ha dato il via ad una nuova era diplomatica tra la Russia e l’Occidente, traghettandoci verso il clima teso di oggi e, alla luce proprio di quell’atteggiamento morbido utilizzato all’epoca dai Paesi occidentali, sei anni dopo la Russia si sentì legittimata ad intraprendere una nuova campagna militare contro l’Ucraina conclusasi con l’occupazione della Crimea nel 2014. Siamo sicuri quindi che cedere per la pace sia l’alternativa migliore?
La deputata del parlamento ucraino Inna Sovsun, esasperata dalla situazione, ha così voluto lanciare una provocazione su Twitter: “Per chi mi chiede “Forse dovreste rinunciare alla Crimea e al Donbass in cambio della pace?” Prima di porre questa domanda, ditemi quale regione del vostro paese sareste disposti a cedere, se Putin iniziasse a bombardare le vostre città”.
Un utente su Reddit ha scritto un lapidario: “Bavaria“, la regione meridionale della Germania, riscontrando il consenso di molti, ma dopo poco qualcuno ha risposto: “Tutta la Baviera è un po’ troppo. I Franconi sono simpatici. Non voglio perdere l’abominio che è un Coburger Rostbratwurst e un Bayreuther Helles, piuttosto buoni. Possiamo accontentarci di regalare Monaco come segno di una pacificazione anticipata? Direi che possiamo anche coinvolgere la maggior parte degli altri bavaresi per quello”.
Una follower francese ha commentato invece: ” L’ Alsazia-Lorena. Alla fine finiamo sempre a riprenderli”, ricordando così la storica lungamente contesa tra Germania e Francia ed oggi facente parte di quest’ultima”; c’è chi aggiungere però che sarebbe cedere un altro pezzettino di Francia: “Sicuramente la Corsica, nessun bombardamento necessario”, da tempo, infatti, la Corsica rivendica la propria indipendenza ora di nuovo al centro di nuovi scontri in piazza dopo la morte dell’attivista corso Yvan Colonna.
E non poteva mancare in questo “gioco” l’Italia: “Salvini e gli altri amici di Putin si trovano al nord e al centro. Gli darei il triveneto, lui starebbe bene e tutti sarebbero felici”.