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Esteri

Operazione Ucraina114, i neonazisti portoghesi di Machado sono pronti a combattere

Ad un mese dall’inizio dell’invasione russa, la resistenza ucraina ha mostrato un coraggio ed una tenacia sottovalutata persino dallo stesso Vladimir Putin, convinto di poter attuare una guerra lampo in Ucraina; ma così non è stato. Molti soldati russi sono inesperti, addestrati sommariamente per una guerra che non appartiene loro e che è “capitata” tra capo e collo.

Insomma, come avevamo già fatto presente in tempi non sospetti, sono obbligati a combattere, a differenza delle milizie spontanee ucraine che non hanno più molto da perdere e sono spinte solo dall’odio per il nemico che ha rubato loro la libertà, i sogni e la vita stessa e che continuano a difendersi, rendendo estremamente faticosa la presa di alcune zone cruciali del Paese da parte del Cremlino.

La controffensiva ucraina delle ultime ore, infatti, ha fatto perdere all’esercito russo terreno intorno a Kiev. Secondo i servizi di intelligence americani e britannici, ad est della capitale i russi sarebbero stati respinti dalle forze ucraine, mentre a nordest si sarebbero addirittura fermati.

La perseveranza dimostrata dal popolo ucraino ha spinto lo stesso Zelensky, in un video rilasciato stanotte ad un mese esatto dall’inizio della guerra, a chiedere alla Nato, alla vigilia del vertice che si svolgerà oggi, a fornire “sostegno efficace e illimitato” all’Ucraina, il che implica l’invio anche di tutte le armi di cui il paese ha bisogno per respingere l’invasione russa. “Chiediamo che l’Alleanza dichiari che aiuterà pienamente l’Ucraina a vincere questa guerra, a ripulire il nostro territorio dagli invasori e a riportare la pace in Ucraina”, ha detto il presidente nel video.

Ma aiuti inaspettati stanno giungendo in queste ore anche dal Portogallo, in una situazione controversa ed estremamente delicata.

Arrivano i neonazisti?

Un articolo del settimanale portoghese l’Expresso ha rivelato che il neonazista Mário Machado avrebbe annunciato sul suo account Telegram che combatterà in Ucraina contro le truppe russe. Venti persone lo accompagneranno in questa spedizione a Leopoli, come lui stesso ha confermato all’Expresso. Ma non tutti saranno arruolati nelle truppe internazionali del presidente Volodomyr Zelensky. “Sette rimarranno in Ucraina nel gruppo militare” – anche se non sembra essere il battaglione Azov – “Rimarremo con i nostri compagni – dell’estrema destra – insieme agli spagnoli che sono già arrivati ​​e ai sudamericani (di origini europee)”, ha spiegato Machado

La cosiddetta “Operazione Ucraina1143“, sarebbe già iniziata il 20 marzo: “Tutti i posti vacanti sono stati occupati. Non abbiamo bisogno di aiuto finanziario. Riceviamo ancora offerte per giubbotti balistici, visori notturni, caschi e kit di pronto soccorso”, ha pubblicato sempre su Telegram il militante di estrema destra. Ma non solo. Questo “speciale” entourage ha promesso anche di consegnare merci e articoli vari per bambini fino a due anni e di far arrivare in Portogallo sette rifugiati, tra donne e minori, grazie ai posti lasciati vuoti dai sette che combatteranno permanentemente a Kiev.

Ma attenzione, lo stesso Mário Machado sarebbe il primo a combattere in prima linea in Ucraina per tutto il tempo necessario, se non fosse per un piccolo problema giudiziario. Il militante, infatti, è obbligato ogni quindici giorni a presentarsi in una stazione di polizia portoghese. Nel novembre dello scorso anno, l’ex leader del movimento Nova Ordem Social è stato arrestato per possesso di armi illegali a seguito di un’indagine della polizia giudiziaria con l’accusa di incitamento all’odio razziale e alla violenza sui social media.

Eppure, pare che Machado possa smettere temporaneamente di rispettare questa misura coercitiva, mentre si trova in Ucraina, come deciso dal tribunale penale di Lisbona. Come riportato dal sito ‘Contropiano’, la decisione del tribunale è stata confermata all’agenzia di stampa del Paese, l’EFE, dall’avvocato di Machado, José Manuel de Castro: “Abbiamo chiesto al giudice di modificare queste misure cautelari. Se il giudice dovesse accertale, potrei stare per molto più tempo in Ucraina a combattere”.

Reati e condanne di Machado

Ma l’arresto avvenuto lo scorso novembre non è il primo per Mario Machado. Il militante in passato è stato già incarcerato per reati di odio razziale, offesa all’integrità fisica e possesso di armi illegali: nel 1997 è stato condannato a quattro anni e tre mesi di reclusione per il suo coinvolgimento nell’omicidio del portoghese nato a Capo Verde, Alcino Monteiro, ucciso l’11 giugno 1995 a seguito di un’aggressione da parte di un gruppo di skinhead di cui faceva parte.

Nel 2007 è stato condannato a sette mesi di reclusione per possesso illegale di armi e tre mesi di reclusione per possesso di armi vietati, con sospensione della pena; l’anno successivo fu condannato a quattro anni e dieci mesi di reclusione per alcuni di questi reati; nel 2009, poi, è stato condannato a sette anni e due mesi di reclusione per reati di sequestro di persona, rapina e coercizione.

Nel 2012, il tribunale penale di Loures ha fissato la pena detentiva legale per Machado a dieci anni. Già scontando una pena detentiva ad Alcoentre, è stato accusato e successivamente condannato per tentata estorsione aggravata, dal carcere, e nel 2016 il tribunale ha condannato Mário Machado ad altri due anni e nove mesi di reclusione.

Eppure, mentre a Lisbona si cerca di capire cosa fare di Machado, ‘Il Manifesto’ oggi ha dato un aggiornamento importante. Gli ucraini non gli avrebbero permesso di entrare nella Legione; il colonnello Sergii Malyk, addetto militare all’ambasciata Ucraina in Francia, ha spiegato che non si possono accettare persone che abbiano la fedina penale sporca. E dall’estrema destra, per il momento, è tutto.

K. S.

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