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Spettacolo

Amore criminale, la storia vera di Giordana Di Stefano – uccisa nel 2015 dal fidanzato

Amore Criminale“, sin dalla prima messa in onda avvenuta nel 2007, ha avuto il modo ed il merito di parlare di un tema ancora troppo controverso, volutamente sbiadito e che tende ad attribuire ancora oggi alle donne, nella maggior parte dei casi, tutte le colpe del caso. Per troppo tempo, infatti, il femminicidio e la violenza sulle donne sono stati trattati superficialmente, come aspetti Jolly da tirar fuori ogni 8 marzo o 25 novembre.

La denuncia sociale portata avanti dal format, invece, ha fatto sì che una nuova luce venisse gettate sui tanti casi di cronaca nera definiti frettolosamente come il frutto di un “amore malato“, come piace tanto alla stampa italiana. In ogni puntata di Amore criminale, insomma, si racconta una storia d’amore finita con un omicidio: ogni puntata è totalmente incentrata e dedicata alla vita di una donna che ha perso la vita perché uccisa dal proprio partner o ex-partner.

Nella seconda puntata (in replica) del “fortunato” format Amore Criminale, che andrà stasera in onda alle 21:25 su Rai Tre, Veronica Pivetti racconterà la storia di Giordana Di Stefano, la giovane ballerina catanese di vent’anni, diventata mamma ad appena quindici anni ed uccisa dal suo ex ragazzo Antonio Luca Priolo.

La storia di Giordana

Giordana abitava a Nicolosi, un paesino nel catanese alle pendici dell’Etna molto tranquillo e divenuto nel tempo punto di ritrovo della movida estiva ed invernale di una città intera che si rifugia sotto i grandi pini quando non vuole vedere il mare. Le manca un ultimo esame per poter diventare insegnante di flamenco quando nel 2010 incontra Luca, il ragazzo che diventerà il padre di sua figlia.

La storia tra Giordana e Luca, però, dura solo tre anni: nel 2013 Giordana decide di lasciare Luca perché è diventato troppo geloso e possessivo, la ragazza che amava ballare non è più padrona della sua vita. Luca controlla ogni suo singolo movimento e la umilia in continuazione per il suo aspetto fisico, nella speranza che Giordana, annientata psicologicamente, ritorni da lui. Ma dopo un periodo di sconforto, Giordana incontra un altro ragazzo del quale si innamora, riprendendo di nuovo fiducia in se stessa; è bella, giovane, innamorata, decisa a chiudere col passato e con tutta la vita davanti.

Ma il 6 ottobre 2015 Luca si arroga il diritto di decidere una volta per tutte della vita di Giordana, poco importa se è la madre di sua figlia, di appena 4 anni. Quella sera Luca torna a pedinarla, la segue fino a casa del nuovo fidanzato, dove Giordana si reca alla fine della giornata di lavoro, e verso l’una di notte si presenta davanti a lei, prende il coltello e la uccide brutalmente, colpendola 48 volte. Giordana è stata uccisa il giorno dell’udienza preliminare dal Gip del procedimento per stalking, scaturito da una sua denuncia nei confronti dell’ex convivente.

Secondo la procura di Catania, tuttavia, non si può parlare di un femminicidio annunciato per Giordana. La ragazza aveva presentato contro l’ex ragazzo una querela per stalking e violazione di domicilio, dopo che Priolo si era intrufolato in casa da una finestra, giustificando il gesto per motivi di sicurezza. Ma successivamente non ci erano stati altri segnali preoccupanti, tanto da spingere Giordana a ritirare la denuncia, forse per il bene della figlia.

Il ragazzo prova a scappare, ma un messaggio inviato al padre svela i suoi movimenti. Verrà arrestato, dopo un lungo viaggio in macchina, nella stazione centrale di Milano, processato e condannato nel 2019 per omicidio a trent’anni di carcere con sentenza definitiva, anche se ha sempre negato la premeditazione; il movente sarebbe da collegare a un raptus, la scusa che usano tutti per discolparsi.

Peccato però che i pedinamenti prolungati, lo stalking e la violazione di domicilio non possano rientrare all’interno dello sciupato schema del raptus. Proprio per questo, il 16 dicembre del 2021 il Tribunale di Catania lo condanna anche, in primo grado, per stalking e violazione di domicilio.

 

K. S.

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