Almeno tre club dell’attuale Serie A rischierebbero l’esclusione dal prossimo campionato: cosa sta succedendo? Perché dipende dalla FIGC?
Il tentativo naufragato di creare la Super League ha reso evidente qualcosa che già tutti avevano chiaro: i costi per gestire una squadra di vertice sono enormi e i ricavi spesso non bastano a mantenere in attivo il bilancio. Il problema dell’indebbitamento delle squadre di club non riguarda solo i top club, ma tutti (o quasi) quelli che fanno parte dei campionati di prima fascia.
L’idea attuale è quella di inserire allora un indice di liquidità da rispettare. Una soluzione applicata già con successo dalla Bundesliga, campionato in cui i club non possono spendere più di quanto guadagnano. In questo modo viene cancellata la possibilità di indebitarsi con finanziamenti che poi andrebbero pagati in anni.
Il blocco delle spese eccessive è il risultato a cui vuole arrivare l’Uefa e quello a cui punta la FIGC già a partire dal prossimo campionato. Proprio oggi il consiglio di Lega si riunirà per votare la riforma della liquidità che condizionerebbe l’ottenimento delle licenze di partecipazione al prossimo campionato. Una proposta avanzata da Gabriele Gravina, ma osteggiata dai club poiché metterebbe in grossa difficoltà diverse squadre. Al fine di bloccare la riforma è stato eletto come presidente di Lega Lorenzo Casini.
L’ex capo di gabinetto del Ministero della Cultura ha scritto una lettera a Gravina chiedendo il rinvio della discussione a quando la sua nomina sarà ratificata, ma questo ha rifiutato. Casini sarà dunque presente alla votazione ma senza diritto di voto. Chi voterà contro sicuramente sono i rappresentanti della Lega Marotta e Lotito. Ma in cosa consiste la riforma? Perché i dirigenti dei club non sono favorevoli?
L’indice di liquidità è un bilancio tra attivi e passivi delle società. Questo può essere modificato con l’immissione di nuovi capitali o con la cessione di calciatori prima dell’apertura della finestra di mercato estiva. Già adesso i club devono mantenere un indice di liquidità pari allo 0,6% (prima era lo 0,8, ma la pandemia ha costretto la Lega ad abbassarlo), ma finora non è vincolante per l’iscrizione al campionato.
La proposta di Gravina è quella di rendere vincolante l’indice di liquidità tra 0,6 e 0,7, il che renderebbe necessario che gli attivi coprano almeno il 60% delle spese annue per potersi iscrivere al campionato. L’obiettivo finale è quello di portare entro qualche anno l’indice a 1, così che gli attivi coprano interamente i passivi.
Approvare una simile riforma oggi, comporterebbe l’esclusione di almeno tre club dal prossimo campionato di Serie A. La Lazio, il Genoa e la Sampdoria non sono infatti in grado di coprire il 60% delle spese con i ricavi di questa stagione. Secondo Repubblica i club a rischio sarebbero addirittura 6.
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