Forse non tutti sanno che un forte sentimento nazionalista ha animato la Corsica, l’isola ceduta dalla Repubblica di Genova alla Francia col trattato di Versailles, già dalla metà del Settecento; la regione, infatti, per un breve periodo ha vissuto da Stato sovrano, indipendente tanto da Genova quanto dalla Francia.
La Repubblica Corsa, istituita nel novembre 1755 in Corsica, fu il tentativo del politico corso Pasquale Paoli di proclamare l’indipendenza dell’isola dalla Repubblica marinara. Lo stesso Paoli stilò la Costituzione della Corsica, revocata dai francesi quando conquistarono l’isola nel 1769, che fu la prima al mondo ad essere scritta secondo i principi dell’Illuminismo, e comprendeva la prima implementazione del suffragio femminile. La repubblica creò anche una propria amministrazione, una propria magistratura e un proprio esercito, prima di essere annessa definitivamente a Parigi, sotto il regno di Luigi XV.
In tempi più recenti invece, quasi cinquant’anni fa, il gruppo militante “Fronte di Liberazione Nazionale Corso” incendiava la Corsica, dando inizio alla sua storia più cruenta. I militanti, infatti, durante la loro prima conferenza stampa in un luogo altamente simbolico, il convento di Sant’Antonio a Casabianca, dove Pasquale Paoli proclamò l’indipendenza della Corsica il 14 luglio 1755, chiedevano uno Stato indipendente per la Corsica ed il conseguente distacco dell’isola dalla Francia che non poteva permettersi, dopo la perdita delle colonie francesi in Africa, un’ulteriore emorragia intestina.
Storia del Fronte e del suo eroe
Come deterrente alle resistenze del governo francese, il Fronte separatista di liberazione nazionale della Corsica – in un più ampio contesto di strategia della tensione – ha lanciato una campagna di bombardamenti a metà degli anni ’70 contro le infrastrutture statali e alti funzionari francesi. Le violenze da parte di vari gruppi clandestini sono continuate poi negli anni ’80 e ’90, culminando nell’assassinio di Claude Erignac, l’alto rappresentante del governo centrale dell’isola, il 6 febbraio 1998.
Ad uccidere Erignac fu Yvan Colonna, condannato all’ergastolo, che sta scontando, per l’omicidio dell’alto rappresentante, e figura emblematica della storia corsa e francese: se per la giustizia francese, infatti, Colonna è un omicida terrorista condannato all’ergastolo, per gli isolani, invece, resta, ancora oggi, un eroe dell’indipendentismo corso che continua ad avere un forte riverbero anche ai giorni nostri.
Malgrado, l’FLCN abbia interrotto la sua campagna armata nel 2014, la coalizione nazionalista che è salita al potere sull’isola nel 2015 ha cercato maggiore autonomia, osteggiata da Parigi che ha respinto molte delle sue richieste, tra le quali riconoscere la lingua corsa come lingua ufficiale insieme al francese e, cosa più importante, concedere ai prigionieri politici come Yvan Colonna l’amnistia. Un errore, se vogliamo, che sette anni dopo la Francia di Macron sta pagando caro.
Come riportato dal ‘Corriere della sera’, il 2 marzo, nella prigione di Arles, nel sud della Francia, Colonna è stato strangolato da un compagno di cella, un foreign fighter africano rientrato dall’Afghanistan e condannato per terrorismo di matrice islamica, fino a ridurlo in coma. Il militare non avrebbe gradito, infatti, alcune frasi pronunciate dal leader dell’FLCN su Maometto.
Giunta la notizia in Corsica, per i movimenti autonomisti è stato subito chiaro che lo Stato francese non sia riuscito a tutelare Colonna, imputando quindi al governo le responsabilità dell’accaduto. Le principali città dell’isola da allora sono in subbuglio: disordini in piazza, scontri con la polizia e decine di feriti e arresti sono l’espressione più “sincera” del mai sopito indipendentismo corso.
“L’annuncio fatto da Darmanin non rappresenta alcun passo in avanti di ministri ne abbiano incontrati a dozzine in questi anni. Ci promettono qualcosa di eccezionale? Valuteremo una volta che le carte saranno messe in tavola”, ha dichiarato Petr’Antone Tomasi, militante di Corsica Libera, dopo l’offerta di dialogo avanzata dal ministro dell’interno francese Gérald Darmanin.
L’isola della bellezza
Ma oltre agli scontri, richieste di indipendenza ed eroi nazionali, la Corsica è stata soprannominata l’isola della bellezza per le sue magnifiche spiagge, dove nacque Napoleone Bonaparte e l’ammiraglio britannico Lord Nelson perse un occhio. Ecco, quindi, alcune cose da sapere.
La Corsica, la quarta isola più grande del Mediterraneo dopo Sicilia, Sardegna e Cipro è una calamita turistica, con circa 200 spiagge, ma è anche un paradiso per gli escursionisti: 120 cime montuose superano i 2.000 metri, tra queste primeggia il Monte Cinto, il più alto, di 2.706 metri.
Dopo essere stata conquistata dai romani e poi sotto il dominio bizantino, la Corsica fu dominata dai genovesi d’Italia prima di diventare francese nel 1768, giusto in tempo per la nascita del futuro imperatore Napoleone Bonaparte nell’isola un anno dopo; ma per due anni, dopo la Rivoluzione francese, l’isola fu una parte autonoma dell’impero britannico. Coinvolto nella lotta tra Parigi e i nazionalisti corsi fu l’ammiraglio britannico Lord Nelson, che perse la vista dall’occhio destro durante la battaglia di Corsica nel 1794.
L’isola non presenta, tuttavia, molta industria pesante, che in qualche modo inficia l’economia della regione, ma fino ad un certo punto. Le principali fonti di reddito per la Corsica, quindi, turismo a parte, sono la produzione di vino, il bestiame, gli agrumi e le pesche.