Il mondo del calcio piange la scomparsa di uno dei protagonisti del mondiale 2002: il calciatore è stato trovato morto in un hotel.
Aveva da poco compiuto 42 anni e martedì sera aveva giocato un partita di calcio. Sembrava che Justice Christopher, calciatore nigeriano, fosse in perfetta salute e che dunque la sua vita sarebbe stata ancora lunga. Per cause ancora sconosciute, però, l’atleta è stato trovato morto questa mattina in una stanza dell’hotel in cui alloggiava a Jos, in Nigeria.
La notizia della tragica scomparsa del calciatore ha chiaramente sconvolto tutti quelli che lo conoscevano e chi aveva avuto il piacere di giocare contro di lui. Quando il dramma è stato condiviso sul web, le pagine social si sono riempite di messaggi di cordoglio. Tra questi spicca sicuramente quello della federazione calcistica nigeriana, nel quale si legge:
“Siamo letteralmente devastati nell’apprendere dell’improvvisa morte dell’ex centrocampista delle Super Acquile Justice Christopher, avvenuta nelle prime ore di questa mattina. I nosti pensieri e le nostre preghiere vanno alla sua famiglia e ai suoi amici in questo momento di dolore. Possa la sua anima riposare in pace”.
Al momento le autorità locali non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sul caso, limitandosi a rispondere che i dettagli dell’indagine sono riservati. Con ogni probabilità verrà predisposta un’autopsia per chiarire la causa della morte di Justice.
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Chi era Justice Christopher: gli esordi, il Mondiale di Corea e Giappone e la carriera
Nato a Jos il 24 dicembre del 1981, Justice Christopher ha mosso i primi passi nella squadra locale del Katsina United, squadra con cui ha debuttato in campionato a soli 18 anni. L’anno successivo è stato ceduto agli Sharks e nel 2001 ha giocato una parte di stagione al Bendel Insurance e la seconda all’Anversa. In quella prima esperienza europea il 20enne ha dimostrato di poter giocare a livelli alti e le sue prestazioni gli sono valse la chiamata della Nazionale nigeriana per il mondiale nippocoreano del 2002.
Nella competizione ha dimostrato di avere grande dinamismo, velocità e intensità, suscitando l’interesse del Levsky Sofia. Con la squadra bulgara ha giocato solo un anno ed in verità è sceso in campo solo in due occasioni. Tuttavia quell’esperienza gli è valsa il primo ed unico trofeo della sua carriera: la Coppa di Bulgaria. Negli anni successivi ha giocato in Svezia, Russia e Danimarca. Proprio nell’ultima esperienza europea sembrava aver trovato continuità, ma anche in questo caso le sue prestazioni non sono state giudicate sufficienti.
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Tornato in patria, Justice ha deciso di abbandonare il calcio professionistico, ma non ha mai abbandonato la passione per questo sport. L’ex nazionale nigeriano si dilettava a giocare di tanto in tanto e lo aveva fatto anche la sera prima di morire.