Nei salotti televisivi i dibattiti delle ultime settimane si sono incentrati, come è ovvio che sia, sulla guerra in Ucraina e anche ‘Non è l’Arena’, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, si è incentrato su questo tema scottante.
Ma a tenere il banco delle polemiche in questi giorni è stata anche la decisione di un boicottaggio (poi ritirato) da parte dell’Università Bicocca di Milano nei confronti di un corso sull’opera di Fedor Dostoevskij.
E nella puntata andata in onda il 6 marzo a ‘Non è l’Arena’ si è parlato anche di questo caso.
A discutere della guerra in Ucraina assieme a Giletti c’era in collegamento anche il filosofo Massimo Cacciari, che nei giorni scorsi è stato definito ‘putiniano’ da Gianni Riotta sulle colonne de ‘La Repubblica’.
Incalzato da Giletti proprio sull’espressione usata da Riotta, Cacciari ha commentato affermando che “non rispondo a un idiota”, citando di proposito proprio il titolo di uno dei romanzi di Dostoevskij (Идиот, romanzo uscito nel 1869).
Questo ha dato poi lo spunto per passare a discutere relativamente all’assurdo boicottaggio della Bicocca. Cacciari ha cominciato a spiegare come l’opera del grande scrittore russo sarebbe bene renderla obbligatoria negli atenei, proprio per capire come ci siano un abisso tra le idee di Putin e gli scritti di Dostoevskij.
Ed è qui che è intervenuto Giletti, con uno sfondone che lascia senz’altro allibiti.
Il conduttore si è infatti trovato a citare uno “straordinario diario scritto proprio da Dostoevskij sulla Prima Guerra Mondiale, sulle sue atrocità”.
Cacciari lo ha quindi fermato e senza un attimo di esitazione gli ha fatto notare (pur con estremo garbo): “Mi scusi se la correggo ma Dostoevskij sulla Prima Guerra Mondiale non ha scritto proprio niente, perché morto molto prima”.
Lo scrittore moscovita, infatti, è morto a San Pietroburgo il 9 febbraio del 1881, quasi 35 anni prima dell’inizio del primo conflitto mondiale.
Giletti ha cercato di arrampicarsi sugli specchi (con le unghie e anche con i denti) tirando fuori ‘Il diario di uno scrittore’ scritto da Dostoevskij nel 1876, volume che riuniva diversi articoli pubblicati settimanalmente dallo scrittore.
Giletti ha cercato di rimediare affermando che quanto scritto da Dostoevskij “era una profezia” su quanto sarebbe accaduto in Europa con l’avvento della Prima Guerra Mondiale.
Un poco convincente tentativo di salvarsi in calcio d’angolo dopo una figuraccia davvero importante.
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