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È morto Antonio Martino: ecco chi è stato il fondatore di Forza Italia con Berlusconi

E’ morto questa mattina a Roma all’età di 79 anni Antonio Martino, ex ministro degli Esteri e della Difesa rispettivamente nel governo Berlusconi I e nei governi Berlusconi II e III, divenendo, sin dagli albori, uno dei collaboratori più stretti e vicini a Silvio Berlusconi: è stato, infatti, la “tessera numero 2” di Forza Italia, il partito fondato da lui e dal Cavaliere a cui ha sempre dimostrato la sua fedeltà politica e professionale.

Figlio di Gaetano Martino, politico ed accademico promotore dell’Unione Europea, l’ex ministro è nato a Messina, trasferendosi poi successivamente a Roma. La politica nella famiglia Martino era di casa: oltre al padre, infatti, anche il nonno, Antonino Martino, ha ricoperto più volte cariche istituzionali, in qualità di sindaco di Messina.

La politica, il liberalismo e l’Iraq

Ottenuta la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Messina nel 1964, ha cominciato la sua carriera accademica, prima specializzandosi a Chicago, dopo esser stato selezionato a livello europeo per il “Harkness Fellow of the Commonwealth Fund” per il biennio 1966-1968, poi diventando docente di storia e politica monetaria alla facoltà di Scienze politiche de La Sapienza di Roma ed, infine, Preside della facoltà di Scienze politiche della Luiss di Roma.

La sua svolta politica però arriva in maniera definitiva nel 1993, dopo essere stato uno dei fondatori di Forza Italia: nel 1994, infatti, viene eletto alla camera dei Deputati, ricoprendo poi il ruolo di Ministro degli affari esteri nel primo Governo Berlusconi dal maggio 1994 al gennaio 1995, carica questa ricoperta in precedenza proprio da suo padre Gaetano dal 1954 a 1957.

Viene ricordato anche per l’introduzione della “Legge Martino” nell’agosto del 2004 – quando era Ministro della Difesa – volta ad anticipare la sospensione delle chiamate al servizio militare di leva in Italia, e a riformare i ruoli delle forze armate, istituendo quello degli VFP1 e degli VFP4, entrambi sottogruppi delle forze armate italiane. Il servizio militare venne così sospeso a tempo indeterminato dal 1º gennaio 2005, esentando anche tutti coloro che avevano ottenuto i rinvii per motivi di studio o altro. In parallelo promosse un’accelerazione nello sviluppo del già presente esercito di volontari professionisti. La legge è stata poi abolita nel 2010.

Nel 2003, però, Martino sostenne la convinzione che l’Iraq avesse acquistato uranio dal Niger: questa affermazione venne inserita in un documento pubblicato dal numero 10 di Downing Street e intitolato “Iraq’s Weapons of Mass Destruction: The assessment of the British Government” (Le armi irachene di distruzione di massa: la valutazione del Governo britannico), documento questo che venne successivamente citato dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush per avvalorare la tesi dell’invasione dell’Iraq proprio nel 2003.

Ma oltre alla politica, molto spazio ha avuto nella sua vita il pensiero economico, influenzato in particolar modo dal Premio Nobel Milton Friedman, suo professore a Chicago. L’ex ministro, infatti, si definiva “semplicemente liberale”, sostenendo come il fallimento delle politiche stataliste fosse da attribuire non solo a ragione tecnico-economiche, ma ancor prima etiche e filosofiche.

Ogni società fondata sullo statalismo – marxista, fascista, democratico, poco cambia – è destinata allo sfaldamento per il semplice fatto che è in sé dispotica, assegnando ad una oligarchia il potere di imporre regole di vita, perché gli individui sarebbero incapaci di badare a sé stessi: da questo pretesto, la pretesa di proteggerli e di soccorrerli con la costrizione: “Tutta la grande stampa, la televisione e gli altri media erano perfettamente allineati al pensiero dominante e quasi tutti auspicavano l’avvento al governo del partito comunista italiano. A quell’epoca, tutti sembravano convinti che l’intervento pubblico fosse una panacea, che la crescita della spesa pubblica fosse una scelta imposta da elementari esigenze di solidarietà, che la tassazione di confisca costituisse la giusta punizione da infliggere ai ricchi per i loro peccati, […] che lo Stato fosse un gestore più ‘sociale’ e oculato delle imprese private, e via farneticando”, scriveva Martino nel suo saggio ‘Semplicemente liberale’.

Per queste sue posizioni liberali, ebbe modo di scontrarsi più volte con ‘ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, accusato da Martino di avere posizioni illiberali e anti-mercato.

Il cordoglio dei politici

Non poteva mancare, tramite social o note ufficiali, il cordoglio da parte dei politici e delle cariche dello Stato, a cominciare proprio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Esprimo il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Antonio Martino, economista di valore, uomo delle istituzioni e più volte ministro, coerente e determinato assertore dei valori dell’Occidente e della democrazia liberale”, fa sapere il Presidente tramite una nota dal Quirinale.

E in un’altra nota ancora si legge, così come riportato dall’Ansa: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime il suo più sentito cordoglio per la morte del Prof. Antonio Martino. Profondo conoscitore del pensiero liberale, ha portato i suoi valori e la sua visione del mondo al centro della vita intellettuale, politica e istituzionale italiana. Ministro degli Affari Esteri e della Difesa, si è speso incessantemente per rafforzare i legami transatlantici dell’Italia e per anticipare l’abolizione della leva militare. Ai suoi cari le condoglianze mie e del Governo”.

Ma il messaggio più sentito, personale ed intimo proviene proprio da Silvio Berlusconi che in lungo comunicato parla ed omaggia così il numero 2 di Forza Italia, non lesinando di dettagli il suo rapporto tanto politico, quanto professionale con Martino agli albori di Forza Italia: “Con Antonio Martino se ne va un amico carissimo, uno studioso illustre, un uomo libero. Con lui ho condiviso l’idea della nascita di Forza Italia, della quale ebbe la tessera numero due. Fu uno dei più apprezzati Ministri dei nostri governi, agli Esteri e alla Difesa, stimatissimo in tutti i contesti internazionali e soprattutto negli Stati Uniti, dove si era formato e dove era di casa”.

“Figlio di Gaetano Martino, uno dei padri fondatori dell’Unione Europea, allievo e amico del premio Nobel Milton Friedman, liberale intransigente, liberista convinto, con il suo pensiero orientò e caratterizzò il programma di Forza Italia fin dal 1994” – continua l’ex patron del Milan  – “Con lui elaborai fra l’altro il nostro progetto di riforma fiscale, basato sulla flat tax. Me ne mancheranno i modi squisiti, le citazioni colte, l’ironia tagliente, la discrezione. Quella con cui scelse di farsi da parte da una politica attiva che in fondo non aveva mai amato, che intendeva come un dovere civile e morale, al servizio della libertà Anche in questo eravamo profondamente affini”.

Da Twitter, invece, arriva il messaggio di cordoglio di Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia: “Se ne è andato Antonio Martino, uno dei fondatori di Forza Italia, ministro, protagonista della vita politica italiana, amico schietto e leale. Con lui ho condiviso tante battaglie. Un abbraccio alla sua famiglia. Ciao Antonio!”

K. S.

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