Dieci anni di inferno prima di riuscire a dimostrare a tutti la sua assoluta estraneità ai fatti.
E’ un Beppe Signori particolarmente commosso quello che si è presentato negli studi di Verissimo per raccontare l’incubo vissuto dal 2011 fino allo scorso anno, quando finalmente per l’ex calciatore di Lazio, Foggia, Sampdoria e Bologna è arrivata l’assoluzione.
Tutto risale al 2011, quando viene avviata un’inchiesta sul calcioscommesse e per l’ex attaccante comincia un vero e proprio inferno, come spiega lui stesso a Silvia Toffanin.
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“Ero a Roma dai miei figli quando improvvisamente mia moglie mi disse che era stata fatta una perquisizione nella casa di Bologna e che sarebbero venuti due carabinieri alla stazione di Roma per scortarmi in questura – racconta Signori – Ero in treno con le forze dell’ordine quando ho ricevuto una chiamata da mia sorella in lacrime che mi chiedeva in che carcere fossi detenuto, perché le tv dicevano questo. Poi ho scoperto quello che stava succedendo”.
L’ex bomber, che ha vestito anche la maglia della Nazionale (28 presenze e 7 gol) ha poi rivelato di non essere uscito di casa per due mesi e mezzo dopo l’arresto: “Mi vergognavo anche se non sapevo neanche di cosa”.
Per Signori anche un “quasi infarto” nel 2019: “Per fortuna che…”
Signori ha poi spiegato che l’amore della sua famiglia è stato determinante per superare il momento più buio: “Non riuscivo più a dormire e a guardare la televisione perché avevo paura potessero arrivare delle notizie. Mi sono chiuso in me stesso”.
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L’attaccante elogia anche il suo avvocato, che l’ha convinto a non scegliere il rito abbreviato ma ad andare fino in fondo per arrivare all’assoluzione: “Non volevo cadere in una prescrizione che poteva sembrare una sorta di resa – dice Signori a Verissimo – Rimanere in quel grigiore non è mai facile, volevo dimostrare a tutti i costi la mia innocenza e credo che la caparbietà sia stata premiata”.
Infine quel grande rischio corso nel 2019, quando una visita per un mal di schiena ha visto precipitare rapidamente la situazione. Durante l’elettrocardiogramma Signori stava per avere un infarto: “Per fortuna ero all’ospedale, mi sono trovato intubato all’improvviso”.