Per il diplomatico ucraino “sarà Dio a giudicare i colpevoli di crimini contro l’umanità”.
Sono le parole pronunciate da Sergey Kislitsa, inviato di Kiev, alla sua controparte russa Vassily Nebenzia durante una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, svoltosi mercoledì sera dopo che la situazione relativa alla tensione russo-ucraina è definitivamente precipitata.
Le truppe di Mosca hanno invaso l’Ucraina, non limitandosi alla regione del Donbass ma spingendosi fino a Kiev, con le esplosioni che hanno caratterizzato le ultime ore della capitale ucraina.
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“Circa 48 minuti fa, il vostro presidente ha dichiarato guerra all’Ucraina”, ha detto il diplomatico ucraino, che ha poi invitato Nebenzia a riportare sul verbale “che le vostre truppe non bombardano le città ucraine, che le vostre truppe non si spostano sul territorio dell’Ucraina”.
“Non c’è purgatorio per i criminali di guerra – ha poi aggiunto – Vanno dritti all’inferno, ambasciatore”.
In risposta, Nebenzia ha insistito sul fatto che Mosca “non è stata aggressiva contro il popolo ucraino, ma contro il governo di Kiev“.
Come noto, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato di aver ordinato all’esercito di Mosca di condurre un’operazione speciale nel Donbass dopo che i leader delle repubbliche separatiste avevano chiesto assistenza militare in risposta a quello che sostenevano fosse “un aumento dell’aggressione ucraina”.
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“Le circostanze ci impongono di intraprendere un’azione decisa e immediata – fa sapere Putin, annunciando di fatto l’operazione militare – Le Repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto”.
Una mossa che arriva subito dopo il riconoscimento da parte del Cremlino dell’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Le due regioni hanno dichiarato la loro autonomia dal controllo di Kiev nel 2014, a seguito degli eventi del Maidan, quando violente proteste di piazza rovesciarono il governo eletto in Ucraina.
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