Dopo il servizio di denuncia de Le Iene il proprietario del locale in questione ha subito gravi ripercussioni, e la situazione della baby gang continua a degenerare
Dalle foto sembrerebbe di star guardando la scena di un film sulla mafia e di lotte fra gang, ma invece ci troviamo a Brescia, precisamente a Ghedi, dove il fenomeno delle baby gang sta diventando letteralmente ingestibile.
Ad essere preso di mira, in particolare, il locale del 27enne Yuri Colosio, il Mi Vida, da mesi oggetto di incursioni e minacce da parte di una baby gang locale.
LEGGI ANCHE => ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, MUORE UN ALTRO STUDENTE: IL DRAMMA DI UN 16ENNE E LE PAROLE DEL MINISTRO
La disperazione del proprietario lo ha portato a segnalare la situazione al programma televisivo Le Iene, che proprio ieri sera ha mandato in onda un servizio televisivo a riguardo.
Ma quello che è accaduto dopo ha dell’inimmaginabile. Il locale, infatti, è stato distrutto e dato alle fiamme. Ecco cosa sta accadendo e da chi è composta la baby gang.
Denuncia le minacce della baby gang a Le Iene e gli distruggono il locale
Il 27enne bresciano ha deciso di aprire il locale che sognava da una vita a Ghedi, dove è cresciuto.
Dopo la chiusura forzata per la pandemia, Yuri, come tantissimi proprietari di locali, ha riaperto, e proprio con le riapertura ha attirato un gruppo di ragazzi “criminali”.
Fra i 18 e i 20 anni, con qualche minorenne, girano tutti con il passa montagna e il volto coperto.
LEGGI ANCHE => “SMETTO DI CANTARE E PASSO AL PIANO B”: LA STORY MINACCIOSA DEL GIOVANE RAPPER
A settembre uno dei ragazzi appartenenti al gruppo scaraventa e lancia una ragazza su un divanetto. Il buttafuori, vista la scena, ha allontanato il ragazzo in questione che, con il cellulare in mano, ha tirato un pugno in piena faccia all’addetto alla sicurezza aprendoli una ferita da 9 punti.
Il proprietario ha tentato di difendersi e difendere il locale, gettando il giovane criminale fuori che si è dato alle gambe per poi ritornare e minacciare Colosio con un coltello alla gola.
Ripetute, ad ogni modo, la violenti incursioni ai danni del proprietario, che viene puntualmente perseguitato dalla gang armata persino con grossi machete. E soprattutto dal “capetto” della banda che vedremo a breve chi è.
Dopo le discussioni fra Yuri e la banda, il giorno dopo si è ritrovato con le vetrate del locale spaccate, con ingenti danni economici che ha dovuto risarcire personalmente.
Il proprietario del locale ha incontrato il capo della gang in diverse occasioni, fra cui una volta in discoteca, occasione nella quale il giovane criminale ha aggredito fisicamente Colosio e un ragazzo che lavora con lui che, per difenderlo, è finito in ospedale.
LEGGI ANCHE => L’ASSURDA STORIA DI CARLO D’ATTANASIO, L’ITALIANO DIMENTICATO NELLE TERRIBILI CARCERI IN PAPUA NUOVA GUINEA
Ad essere aggrediti, però, non solo solo i componenti del locale in questione, ma anche ignari cittadini che sono incappati nella gang.
Fra questi un uomo di 50 anni che stava per perdere la vita se non fosse intervenuto Yuri a tirargli la lingua fuori prima che morisse soffocato.
Anche il papà di Yuri è finito in mezzo a una rissa in cui è intervenuto per difendere il figlio, per poi prendersi due fortissimi calci in faccia.
Per disperazione il proprietario ha deciso di chiudere per una decina di giorni fino a quando, tornando nell’attività, non ha visto un biglietto con su scritto “Apri e muori”.
Chi è il capo della baby gang bresciana: lo pseudo “trapper” che terrorizza i locali
Le Iene si sono concentrate, in particolare, sul soggetto a capo della gang, una sorta di “trapper” cantante rap che nei suoi video riprende tutta la simbologia del genere, con volti coperti, machete e pistole.
Si tratta di un ragazzo che abita proprio nei palazzi popolari che si trovano di fronte al locale in questione, sempre a volto coperto anche nei video musicali da lui realizzati.
In questa foto, tratta dal servizio de Le Iene, si può vedere lui insieme agli altri “membri”, che sminuiscono i fatti commessi e si rifiutano di farsi chiamare “baby gang”.
Il ragazzo, dopo aver parlato con la giornalista de Le Iene, sembra aver compreso i danni arrecati, arrivando a dire di aver smesso di bere per evitare queste risse.
Ma, a quanto pare, a nulla sono valsi i discorsi fatti.
LEGGI ANCHE => I PRIGIONIERI ITALIANI DIMENTICATI: QUANTI SONO I “PATRICK ZAKI” NEL MONDO?
Proprio ieri, infatti, dopo il servizio il locale di Yuri è stato dato alle fiamme:
“Appena finito il servizio delle Iene questo è il risultato e l’ennesimo sopruso che dobbiamo affrontare. A questo punto anche combattere per il diritto al lavoro diventa difficile” ha scritto sui social Colosio mostrando le foto del locale dato alle fiamme.
Attualmente sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri.