Si parla spesso di miliardi, tagli delle tasse e legge di bilancio per far quadrare i conti, eppure parte dei soldi dei contribuenti, tramite il finanziamento pubblico, serve proprio per pagare lo stipendio dei vari partiti politici, ma è importante ricordare come il loro reddito sia frutto anche delle loro professioni, a prescindere dalla politica. Eppure, la politica, sì, si fa con passione, ma non si campa solo (forse?) di questa. Ma quanto guadagnano i nostri politici? E soprattutto, chi tra loro è il più “ricco”?
A sorpresa, secondo quanto riferito da ‘La Repubblica’, è Enrico Letta il leader di partito più “ricco” in assoluto tra quelli presenti in Parlamento, stando alle dichiarazioni patrimoniali pubblicate sui siti di Camera e Senato. Il segretario del Partito Democratico, infatti, nel 2021, ha accumulato un reddito imponibile 621.818 euro nella sua dichiarazione di imposta relativa ai redditi 2020.
Distante più di 100.000 euro, troviamo subito dopo Letta, sempre tra i leader di partito, il numero uno di Italia Viva Matteo Renzi con un reddito di 488.695 euro; dichiarano molto ma molto di meno, rispetto alle cifre astronomiche degli ambienti riformisti, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni con 127.057 euro, il ministro degli esteri pentastellato Luigi Di Maio, che registra 98.471 euro, e il segretario della Lega Matteo Salvini ,addirittura al di sotto del centinaio, con i suoi 92.568 euro). In ultima posizione tra i leader si il leader di Leu e ministro della Salute, Roberto Speranza, con un reddito di 89.631 euro.
Non solo leader di partito nel mirino del reddito: ecco gli altri patrimoni da capogiro
Abbandonate le teste di serie politiche, passiamo alle due Camere, le quali presentano una bella differenza reddituale. Se la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha dichiarato nel 2021 un reddito imponibile di 255.970 euro, il presidente della Camera, Roberto Fico, invece, ha un reddito inferiore ai 100.000 euro, arrivando intorno ai 98.500 euro. Una bella differenza.
Tra i senatori a vita Renzo Piano è quello che vanta il reddito maggiore, dichiarando al Fisco francese ben 1.860.382 euro e “solo” 372.167 euro in Italia, seguito da Carlo Rubbia con 462.309, Liliana Segre che ne dichiara 247.274, Giorgio Napolitano con 123.000 ed Elena Cattaneo, il cui reddito registrato lo scorso anno è di 115.095. Tuttavia, risulta non depositata depositata la dichiarazione patrimoniale dell’ex premier, nel lontano 2011, Mario Monti.
Passando invece ai senatori attuali, Niccolò Ghedini e Giulia Bongiorno registrano il reddito più alto. L’esponente di Forza Italia ha infatti dichiarato nel 2021 per l’anno 2020, una somma altissima, 2.567.288, mentre la senatrice leghista, legale anche di Matteo Salvini, vanta 2.357.775, oltre ad aver acquistato anche azioni di Apple, Microsoft e Nvidia, un’azienda tecnologica statunitense con sede a Santa Clara che sviluppa processori grafici per il mercato videoludico e professionale. Ma anche Adriano Galliani – ora amministratore delegato del Monza e senatore per Forza Italia – può contare su un patrimonio molto generoso con i suoi 827.073 euro.
Un discorso a parte, invece, va fatto per il presidente del Consiglio Mario Draghi che nel 2020 ha dichiarato 525.514 euro, un patrimonio in perdita di circa 56mila euro rispetto a quanto dichiarato nel 2019, che si attestava intorno ai 581.665 euro. L’ex presidente della BCE ha dichiarato pure di possedere in via esclusiva, al 50% o per un terzo sedici beni immobili tra abitazioni, garage e terreni. Si ricordano Tra questi le case di Roma, Anzio e Città della Pieve (Perugia), una villa a Stra (Venezia) e un appartamento a Londra.
Il nostro “Whatever it takes” tutto nostrano, inoltre, ha affermato di detenere il 100% del capitale sociale della ‘società semplice Serena’, costituita a Roma nel 2011, per un valore di 10.000 euro. Nessun veicolo e nessuna imbarcazione sono di proprietà del presidente del Consiglio, che, come riportato sempre da ‘La Repubblica’ ha dichiarato di “non percepire alcun compenso di qualsiasi natura connesso all’assunzione della carica”.