L’atleta olimpica positiva al covid ha denunciato le assurde condizioni in cui gli organizzatori dei giochi la stanno facendo vivere.
In questi giorni si stanno svolgendo le Olimpiadi Invernali a Pechino. Già in queste prime giornate sono giunte soddisfazioni per gli atleti in gara e chiaramente sui media passa soprattutto ciò che avviene durante le competizioni, le prestazioni degli atleti italiani e dei vincitori delle medaglie. Ma se il lato in chiaro della competizione è fatto di grandi prove sportive, felicità, delusioni e riconoscimenti, il lato oscuro dell’organizzazione è decisamente più tetro e oscuro di quanto si possa immaginare.
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Il problema principale evidenziato da Valeria Vatsnestova è la scarsità e la scarsa qualità del cibo che le viene portato ogni giorno. L’atleta olimpica ha fotografato un vassoio che spiega essere la colazione, il pranzo e la cena che le viene consegnato ogni giorno. Come possiamo vedere nel vassoio in plastica c’è della pasta in bianco, della carne carbonizzata e qualcosa di non comprensibile poco sopra, al fianco di quello che sembra un sugo al pomodoro. Il tutto accompagnato da una spremuta d’arancia. Niente verdure o frutta, ma soprattuto – a detta dell’atleta olimpica – nulla di commestibile.
In questi giorni ha mangiato solo la pasta in bianco e l’ultimo giorno, ha aggiunto alla sua dieta da Covid Hotel il grasso della carne perché stava morendo dalla fame: “Mi fa male lo stomaco, sono molto pallida, e ho enormi occhiaie nere intorno agli occhi. Voglio che tutto questo finisca. Piango ogni giorno. Sono molto stanca”. Non solo, Valeria ha anche notato che il trattamento riservato ai medici affetti da covid è differente, nella stanza accanto alla sua, era stato portato un vassoio con frutta, verdura, gamberi e broccoli. Accanto alla foto del diverso vassoio, l’atleta scrive: “Onestamente non capisco perché c’è questo atteggiamento nei nostri confronti, noi siamo gli atleti?!”.
Una denuncia, questa, che è stata accompagnata dalle lamentele della federazione tedesca, la quale richiede che gli atleti positivi vengano nutriti e gli venga permesso di allenarsi anche quando sono nei covid hotel, così da poter permettere loro di competere qualora si negativizzassero in tempo. In questo modo, infatti, anche se potessero tornare in gara non sarebbero in condizione di competere.
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