Dopo anni di silenzi ed insabbiamenti, 1400 studenti hanno deciso di occupare l’Istituto di istruzione superiore statale Majorana- Valentini di Castrolibero, in provincia di Cosenza, a sostegno delle dodici studentesse, resta questo per ora il numero accertato, che hanno denunciato su Instagram le molestie subite da parte di tre docenti nel corso degli anni.
Il ricorso ai social è avvenuto dopo il clima crescente di omertà e ritorsioni personali nei confronti delle ragazze, alcune di appena 14 anni. Sulla pagina si leggono spiacevoli episodi avvenuti all’interno del liceo scientifico col tacito consenso della dirigente scolastica, Iolanda Maletta, che in questa storia sembra aver preso le parti del professore di matematica e fisica, coprendolo per quanto possibile.
Ma Diana, che ora ha 21 anni e studia a Milano, non poteva più rimanere in silenzio e ha deciso così di fondare la pagina “Call.out.valentini.majorana”, affidando ai social la sua testimonianza: “Una volta, sulla discesa che porta al piazzale dei bus, quel prof mi ha visto dall’auto e ha abbassato il finestrino urlando: “Che coda alta e lunga che porti, sembri proprio una bella cavalla e io ho tanta voglia di galoppare”, ricorda la giovane all’epoca dei fatti sola ed isolata nella sua battaglia.
“Dal secondo al quarto liceo scientifico quel docente, insegnante di rara arguzia e brillantezza, ha perpetrato costante violenza nei confronti miei e delle mie compagne. Continue allusioni sessuali, lui le chiamava battute, sulle nostre vite intime, la curvatura del nostro sedere, le dimensioni del seno. Diceva in classe che avrebbe fatto sesso con noi e nessuna, immerse com’ eravamo nella cultura sessista di quella scuola, ha davvero pensato potessero essere violenze”.
Non solo Diana nel mirino del professore
Dopo il primo post, Diana è stata sommersa da altri racconti di studentesse che ancora frequentano l’istituto di Castrolibero e che vivono con la stessa inquietudine provata da Diana anni prima: ” Dopo quel lungo post hanno iniziato a scrivere ragazze che conoscevo e altre che non avevo mai visto” – riporta La Repubblica – “Durante i compiti in classe faceva spostare la mia compagna di banco e si sedeva per aiutarmi a prendere la sufficienza”.
“Mentre mi spiegava cosa dovevo fare, poggiava la sua mano sulla schiena e scendeva. Io mi spostavo e dopo un po’ lui riprendeva cercando il seno. Non riuscivo a fare e a dire nulla, alla fine del primo anno mi sono trasferita”, racconta un’altra studentessa sempre in merito al docente di Matematica e Fisica.
Ma i racconti non riguardano solo il professore di Matematica: “Portai prove su quello che succedeva, la preside mi disse che la responsabilità di tutto era mia, ma che mi avrebbero riaccolto se solo avessi riconosciuto le colpe e chiesto scusa” – si legge in un secondo post su altro docente del liceo – “Iniziò a scrivermi su WhatsApp e a fare apprezzamenti riprovevoli durante le lezioni a distanza. Mi videochiamava, cercava di contattarmi in tutti i modi sui social”.
Proprio per questo i ragazzi si sono mobilitati, manifestando a favore delle loro compagne finché il docente non sarà allontanato definitivamente dalla scuola. In un articolo di oggi sempre de La Repubblica sono stati raccolti i commenti a caldo di alcune studentesse: “La preside ha nascosto tutto in nome della buona immagine del suo liceo”, spiega Carla all’ultimo anno di superiori.
Ma anche uno dei docenti si è mostrato solidale, il professore di Storia e Filosofia, da sei mesi all’interno della struttura che sempre per La Repubblica ha raccontato: “I ragazzi hanno fatto bene ad accendere una luce. Adesso, però, non possono pretendere di far cacciare un docente senza un’indagine. E se occuperanno a lungo, faranno male a se stessi”.
Una denuncia collettiva contro la preside
Ma oltre alla condotta dei docenti, è proprio quella della dirigente, donna e madre, a far discutere animosamente in queste ore: “Quando andai io a denunciarlo, la dirigente mi rise in faccia: “Non credo che tua nonna, di cui sono amica, sarebbe fiera di te”. Quando andò la ragazza che era stata palpeggiata al seno, si limitò a spostare il prof di plesso. E lui cambiò prede. Per le sue molestie aveva a disposizione cinque classi e 50 ragazze all’anno. Quando venite a letto con me? Quando vi trovo in strada per darvi una botta?”, spiega Diana che ha trovato nel collettivo “Femin.in cosentine in lotta” la voce e del coraggio che non aveva mai avuto a Castrolibero, sentendosi sbagliata in tutti questi anni.
La preside, però, respinge tutte le accuse, dichiarando come lei e anche i carabinieri di Castrolibero non abbiano mai ricevuto denunce anonime. In queste ore però sono attesi gli ispettori del ministero dell’Istruzione che vogliono vederci chiaro; se fossero confermate le molestie, infatti, non solo sarebbe in sé e per sé un reato gravissimo, ma anche un fallimento della scuola che dovrebbe tutelare e formare le nuove generazioni.
Patrizio Bianchi, ministro dell’istruzione, ha chiesto una relazione alla dirigente scolastica sulla vicenda, che minaccia denunce, a sua volta, all’autrice della pagina e ai rappresentanti d’istituto.