La cucina non deve essere per nulla complicata. E’ da ricercare nella sua semplicità, infatti, la vera essenza della bontà. In effetti, a quanto pare è possibile preparare il miglior sugo per la pasta al mondo usando solo tre ingredienti, come insegna la buona e salutare cucina italiana, bandiera del cibo sano ma squisito.
In virtù della buona cucina, la scrittrice gastronomica italiana Marcella Hazan ha esortato le persone ad abbandonare i barattoli preconfezionati a favore di un piatto meno elaborato. Non solo è molto più economico del cibo bello e fatto, ma tende ad essere più salutare perché si può controllare in prima persona la preparazione, scegliendo tutti gli ingredienti al suo interno. Si, è vero, la vita frenetica che conduciamo ci induce ad ottimizzare i tempi, prediligendo scelte più immediate e comode, come i diffusissimi sughi al pesto genovese, all’arrabbiata e ricotta e noci già pronti.
Ma questo stile di vita quali conseguenze può avere nel lungo periodo? Si tratta, infatti, sempre di prodotti industriali, pensati per la grande distribuzione, poco attenti quindi alla qualità, che non sarà mai simile a quella di un prodotto fresco. Insomma, questi prodotti contengono molti conservanti che fanno male alla salute, ma non per questo non possono essere usati saltuariamente quando si è troppo di fretta. Tuttavia, c’è sempre un’alternativa, come ha insegnato la Hazan.
Marcella Hazan e il bello della cucina tradizionale italiana
Marcella Hazan è stata una scrittrice italiana di libri di cucina italiana pubblicati in inglese: i suoi libri, infatti, hanno introdotto il pubblico statunitense e britannico alle tecniche della cucina tradizionale italiana. Proprio per questo, è stata considerata da chef e scrittori di gastronomia come una delle maggiori autorità sulla cucina italiana.
Nata nel 1924 a Cesenatico, in Emilia-Romagna, dopo la laurea in scienze naturali all’Università di Padova e il dottorato in biologia all’Università di Ferrara, nel 1955 si sposa con Victor Hazan, ebreo sefardita nato in Italia ma cresciuto a New York, dove la coppia si trasferisce quasi subito.
Come raccontato da Marcella nell’introduzione al suo libro scritto nel 1997 “Marcella Cucina”, non aveva mai cucinato prima del matrimonio: “…ero là, dovevo nutrire un marito giovane e che lavorava sodo, il quale poteva superare felicemente la maggior parte degli alti e dei bassi della vita, ma non un pasto mediocre. In Italia non avrei perso tempo a pensarci. Mia madre cucinava, mio padre cucinava, entrambe le mie nonne cucinavano, persino le giovani contadine che venivano a fare le pulizie sapevano cucinare. Nella cucina del mio appartamento newyorkese non c’era nessuno.”
Spinta dall’amore verso il marito, inizia l’avventura culinaria di Marcella, capendo sin da subito di avere un ricordo così nitido dei sapori che l’avevano circondata sin da bambina, da poterli riprodurre senza tanti problemi, portando solo la tradizione della sua terra in tavola: “Alla fine imparai che alcuni metodi da me usati erano idiosincrasicamente miei, ma per quanto riguarda la maggior parte di essi trovai aiuto nella pratica dei cuochi italiani tradizionali”, scrive ancora nel libro.
La Hazan comincia, così, a dare lezioni di cucina nel suo appartamento e, nel 1969, apre la Scuola di cucina italiana classica. All’inizio degli anni ’70 Craig Clairborne, curatore gastronomico del New York Times, le chiede di scrivere delle ricette per il giornale. Nel 1973 pubblica il suo primo libro, The Classic Italian Cook Book. Nel 1980 il volume viene adattato per il pubblico britannico da Anna del Conte, e vince il premio André Simon. Nel 1978 pubblica in America secondo volume, More Classic Italian Cooking, che poi viene raccolto in Essentials of Classic Italian Cooking, nel 1992. Nel 1998 è la volta di Marcella Cucina che vince il premio letterario della James Beard Foundation per il “miglior libro di cucina mediterranea” e il premio Julia Child (Julia Child award) per il “miglior libro di cucina internazionale.
Marcella, morta nel 2013, ha scritto libri di cucina di tutto rispetto, quindi quello che dice quando si tratta di un buon vecchio sugo per la pasta si può considerare come la bibbia dei cuochi. Le sue ricette, infatti, vertono su una cucina strettamente italiana senza alcuna influenza americana o inglese ed includono, la maggior parte delle volte, solo ingredienti effettivamente usati nelle case italiane, con alcune concessioni a ingredienti non facilmente reperibili fuori dall’Italia. Sono inoltre concepite per un menù italiano di due portate bilanciate, seguite da insalata e dessert.
Come riportato dal Daily Star, il Mirror ha omaggiato la Hazan pubblicando una delle ricette presenti nel libro ‘Essentials of Classic Italian Cooking’, nel quale Marcella consiglia di utilizzare solo tre ingredienti per la salsa di pomodoro: pomodori in scatola, una cipolla e una generosa noce di burro. La ricetta, che quest’anno compie 30 anni, ha resistito alla prova del tempo. Non richiede procedure particolari e bastano 45 minuti per la cottura a fuoco lento.
Nonostante la sua semplicità, la salsa è stata soprannominata “la migliore del mondo” dalla rivista Delish. Il trucco è usare prodotti freschi che conferiscano il giusto sapore alla salsa: “Nessun’altra preparazione è più efficace nel voler replicare la prodigiosa cucina italiana di una salsa di pomodoro eseguita con competenza”, spiega Marcella nel suo libro.