Organizzare le Olimpiadi è un’opportunità di crescità per i Paesi o uno spreco di risorse? Le immagini in giro per il mondo fanno spavento.
Qualche anno fa in Italia si è aperta una diatriba per l’organizzazione delle Olimpiadi a Roma. Il Coni ha portato avanti il proprio progetto nel 2016, avanzando la candidatura per i giochi del 2024, tuttavia da subito sono sorte polemiche in ambito politico. Il Movimento 5 Stelle ed il suo candidato sindaco Virginia Raggi hanno manifestato sin da subito la loro opposizione al progetto, quando poi la Raggi è divenuta effettivamente sindaco della Capitale, il progetto è stato bocciato dal Campidoglio e la candidatura di Roma ritirata due mesi prima della presentazione ufficiale al comitato olimpico.
Tuttavia l’opposizione del M5S era legata alla gestione delle strutture nel post Olimpiade. Per ammodernare le strutture o per costruirne di nuove che fossero adeguate alla competizione, c’era bisogno di un grosso investimento, un esborso di denaro che, se utile alla candidatura per i giochi, poteva diventare un boomerang successivamente, con il progressivo abbandono del villaggio olimpico e delle connesse strutture sportive.
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A distanza di anni da quella querelle si può forse ragionare a mente lucida sulla questione. Abbiamo già sottolineato come le Olimpiadi siano un grosso spot per i movimenti sportivi e le nazioni ospitanti. C’è di sicuro un guadagno economico importante per tutto il Paese nel periodo che precede e quello in cui si svolgono i giochi, ma dopo? Il pensare che le strutture vengano abbandonate e diventino uno spredo di denaro è eccessivo? Si tratta solo di cieco ostruzionismo?
In realtà non è esattamente così. Non avendo i bilanci alla mano e non potendo valutare quale sia l’effettivo guadagno, non è possibile dire con assoluta certezza se l’organizzazione di un evento di questa portata sia alla fine un vantaggio o uno svantaggio in senso assoluto. Di sicuto ci sono dei punti a favore e dei punti a sfavore. E’ innegabile che i villagi olimpici e le strutture annesse vengano nella maggior parte dei casi abbandonati a sé stessi e lo dimostrano le immagini delle strutture in giro per il mondo.
E’ successo dopo le Olimpiadi invernali dell’84 a Sarajevo, ma anche al villaggio olimpico costruito a Torino nel 2006, alle strutture costruite per l’Olimpiade di Pechino nel 2008, a quelle di Atlanta che hanno ospitato le Olimpiadi del 1996 a quelle di Atene del 2004 o di Cortina costruite per l’Olimpiade invernale del 1954. Le immagini di queste strutture sono scioccanti e dimostrano che tra gli innegabili aspetti negativi delle Olimpiadi c’è la costruzione di impianti che verranno abbandonati.
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