È morto oggi Don Paolo Romeo, il parroco no vax genovese: aveva contratto il Covid e dopo un mese di ricovero in ospedale è morto per delle complicazioni portate dalla malattia.
Il sacerdote 51enne era il parroco dell’abbazia di Santo Stefano e nel mondo ecclesiastico era conosciuto per la sua posizione ultra-conservatrice in merito ai vaccini. Sosteneva che per la produzione dei sieri venissero utilizzate cellule di feti abortiti.
Questa è una vecchia bufala sui vaccini che circolava già in periodi precedenti alla pandemia da covid: secondo la fake news le cause farmaceutiche acquisterebbero i feti abortiti per produrre la stragrande maggioranza dei vaccini, inclusi i vaccini anti-covid che non utilizzano la tecnologia a mRNA (ovvero i vaccini AstraZeneca, Johnson & Johnson e Sputnik). In ogni caso la chiesa aveva preso una posizione a riguardo, dichiarando che i vaccini fossero moralmente leciti.
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Il clero aveva ben tollerato le posizioni conservatrici di Don Paolo, anche se controcorrente rispetto a quella della chiesa. Il parroco era convinto della decisione di non vaccinarsi, a suo dire una scelta religiosa. Secondo lui si trattava di “un’opzione estrema portata avanti dagli ambienti ristretti di origine lefebvriana per una questione morale: l’utilizzo di cellule derivate da embrioni abortiti all’origine di alcuni dei vaccini”.
A comunicare la notizia della sua morte è stata la stessa abbazia di Santo Stefano, dove Don Paolo mancava da un mese ed era stato sostituito da un collega a causa delle condizioni di salute gravi, che lo hanno costretto al ricovero nel reparto di rianimazione dell’ospedale Galliera.
In un post sulla pagina Facebook dell’abbazia è stato scritto: “Il nostro amato Don Paolo è salito al Cielo circondato dall’affetto dei parenti e dalla preghiera di tutti i suoi fedeli. Il Signore lo ricompensi per tutto il bene che ha fatto qui su questa terra e possa perdonare le sue mancanze qualora ce ne fossero state”.
Tantissimi i messaggi di cordoglio per la scomparsa del parroco, dalle parrocchie cittadine ai fedeli che lo seguivano, un pensiero anche dal telefono Azzurro di Genova, che in passato hanno collaborato con Don Paolo e sono stati ospitati nell’abbazia per il volontariato.
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La comunità ha voluto ricordare l’uomo con le parole di San Paolo apostolo da lui preferite: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”.
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