Rifiutata dal suo paese anche se incinta, viene accolta dai talebani: l’assurda storia di una giornalista

La giornalista ha raccontato la sua assurda storia al New Zeland Herald attraverso una lettera dai tratti decisamente grotteschi

Una storia che ha dell’incredibile quella accaduta a Charlotte Bellis, una giornalista e reporter neozelandese che da mesi lavora come inviata per Al Jazeera in Afghanistan.

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Una storia incredibile, sì, perché non è in altro modo che questa vicenda può essere definita. A raccontarla la diretta interessata che, con una lettera pubblicata in esclusiva sul New Zeland Herald, ha gettato luce sulle contraddizioni politiche e burocratiche che possono rivelarsi come un vero e proprio tritacarne.

Protagonisti, oltre alla reporter, i talebani di Kabul e il governo neozelandese. Due contesti politici talmente opposti da essere paradigmatici nella loro differenza ma che hanno dato vita a una situazione radicalmente antitetica rispetto a quella che ci si aspetterebbe.

L’assurdo caso della giornalista incinta accolta dai pakistani 

La giornalista era stata notata a livello internazionale come la reporter che, in occasione della conferenza stampa inaugurale dell’insediamento dei talebani, chiese loro: “Cosa farete per proteggere i diritti delle donne e delle ragazze?”. 

La Bellis si trovava infatti da agosto in Aghanistan per documentare per il suo giornale gli avvenimenti riguardanti la presa di potere da parte dei talebani.

Con lei, nella zona, il suo compagno, un fotografo reporter inviato del New York Times. I due, che non sono sposati, era da tempo che stavano cercando di avere un figlio ma, sfortunatamente, come lei stessa racconta nella sua lettera all’NZ Herald, non era riuscita nel suo intento.

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“Sono stata inviata in Afghanistan da Al Jazeera dalla mia base a Doha, in Qatar”, spiega la donna nell’articolo – “Quando sono tornato a Doha a settembre, mi sono reso conto di avere un ritardo di alcuni giorni. Impossibile, pensavo, non potevo essere incinta, sicuramente era lo stress degli ultimi mesi. Ma immagina se lo fossi? – spiega ancora – È illegale essere incinta e non sposata in Qatar”.

Il suo compagno Jim, nel frattempo, si trovava a Kabul e non poteva uscire e muoversi liberamente dalla zona.

La giornalista, in preda al panico, si reca in farmacia per acquistare un test di gravidanza raccontando la “tipica storia da copertina“, come lei stessa la definisce, dichiarando di star acquistando il dispositivo medico per conto di un’amica sposata.

Dopo la scoperta della gravidanza la Bellis si è recata presso un ginecologo a Doha.

Il rifiuto da parte della Nuova Zelanda

Ma perché la giornalista, consapevole che fosse illegale essere in stato interessante, non ha fatto ritorno in Nuova Zelanda? Semplice: il suo Paese l’ha rifiutata.

Le rigide norme anti-Covid messe in atto dal suo Paese le hanno, infatti, impedito l’ingresso.

A quel punto sia lei che il suo compagno, risolto lo stallo di lui, hanno tentato di trasferirsi in Belgio ma, non avendo il permesso per poter rimanere, sono dovuti andare via.

A quel punto l’assurda quanto obbligata scelta. L’unico altro Paese per cui entrambi avevano il visto era proprio l’Aghanistan, e così la Bellis ha chiesto aiuto ai suoi contatti fra gli alti funzionari talebani.

“Siamo felici per te, puoi stare qui, non avrai nessun problema”, è stata la risposta. E poi un suggerimento: non dire da nessuna parte di non essere sposata ma che, qualora si fosse venuto a sapere, di “chiamarli subito”.

La giornalista, che dovrebbe partorire la sua bambina a maggio, non è ancora riuscita a fare ritorno in Nuova Zelanda, ma ha riferito che, dopo aver raccontato la sua storia, il Paese ha velocizzato la procedura per il suo ritorno. Il ministro neozelandese per l’emergenza Covid Chris Hipkins ha chiesto verifiche sul suo caso.

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