Tutti almeno una volta nella vita abbiamo visto ‘Fight Club‘ il film cult, tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, di fine anni Novanta, simbolo di una generazione perduta e disincantata e disillusa prima ancora di affrontare lo spirito del nuovo Millennio: la globalizzazione. Eppure, dopo più di vent’anni, il film di Fincher continua a tenere banco, cambiando però alcune delle “regole”.
La prima regola del Fight Club in Cina? Non menzionare il finale originale. La seconda regola del Fight Club in Cina? Cambiarlo in modo che vinca la polizia. Insomma da Fight a Diktat Club, il passo è breve.
Non è un mistero, infatti, che la Cina abbia alcune delle regole di censura più restrittive al mondo con le autorità che approvano ogni anni solo una manciata di film stranieri, a volte con tagli importanti. Tra gli ultimi film a subire la stessa, triste, troviamo il cult, classe 1999, con protagonisti Brad Pitt ed Edward Norton.
Un finale da amaro in bocca
Ma abbandonata l’adrenalina e il caos, cosa resta di Fight Club? Come riportato dal Bangkok Post, i fan del cinema in Cina hanno notato durante il fine settimana che era disponibile una versione del film sulla piattaforma di streaming Tencent Video, conosciuta anche come WeTV, è una piattaforma online per la riproduzione multimediale in streaming dell’azienda cinese Tencent. Ma la pellicola ha subito un profondo restyling che affossa radicalmente il messaggio anarchico e anticapitalista che ha reso il film un successo globale.
Nell’originale scena finale, il personaggio di Norton, il narratore, uccide il suo alter ego immaginario Tyler Durden, interpretato da Pitt, e poi osserva diversi edifici esplodere, mostrando come il piano del suo personaggio per abbattere la civiltà moderna è in corso. Scolpiti nella memoria collettiva sono gli ultimi istanti del film, scanditi dai Pixies con “Where is my mind?” di sottofondo durante l’esplosione.
Durden prende la mano di Marla Singer ed insieme ammirano crollare, uno alla volta, i palazzi di fronte a loro, simbolo di un falso progresso: “Mi hai conosciuto in un momento molto strano della mia vita“, dice Norton alla Bonham Carter e tutte il resto perde di significato. Purtroppo lo stesso non si può dire della nuova versione in Cina che ha un approccio molto diverso,
Il narratore procede ancora con l’uccisione di Durden, ma la scena degli edifici che esplodono viene sostituita da uno schermo nero e da una insolita conclusione: “La polizia ha rapidamente circondato l’intero piano e arrestato tutti i criminali, impedendo con successo l’esplosione della bomba”. Aggiunge poi che Tyler – frutto dell’immaginazione del narratore – è stato mandato in un “manicomio per pazzi” per cure psicologiche e in seguito è stato dimesso. Insomma, addio anarchia, addio caos, addio pazzia; benvenuta ordinarietà.
Tyler Durden non si tocca
Cannibalizzare in questo modo il finale di un film pietra miliare, dal forte messaggio sovversivo, per intere generazioni ha fatto storcere non poco il naso: lo Stato non può e non deve trionfare, la banalità non può avere il sopravvento, relegando all’interno della etichetta della pazzia una riflessione più profonda sullo stile di vita occidentale, ma sarebbe meglio dire ormai globale, in cui la distrazione sistematica dei e da parte dei media e il consumo parossistico di qualsiasi bene portano alla totale assuefazione dei sensi, in un’eterna monotona bolla da cui è difficile evadere.
Proprio per questo gli spettatoti cinesi, indignati, non hanno accolto bene il nuovo “Fight Club”, molti avrebbero preferito probabilmente vedere versioni piratate, ma almeno originali del film. Sempre il Bangkok Post ha raccolto alcuni considerazioni: “E’ troppo scandaloso”, ha commentato uno spettatore su Tencent Video; “‘Fight Club’ su Tencent Video ci dice che non solo si eliminano delle scene, ma che se ne aggiungono anche di nuove modificando la trama”, ha scritto un altro utente sulla piattaforma Weibo, un social simile a Twitter.
Al momento non è chiaro se la censura da parte del governo cinese abbia ordinato il finale alternativo o se i produttori del film originale abbiano apportato le modifiche e nemmeno Tencent si è espressa al riguardo. Gli studi di Hollywood, infatti, spesso rilasciano tagli alternativi nella speranza di superare gli ostacoli della censura di Pechino e ottenere, così, un accesso redditizio a milioni di consumatori cinesi. Ma a tutto c’è un limite. Nel 2019, diverse scene del film “Bohemian Rhapsody” che fanno riferimento alla sessualità del compianto Freddie Mercury – una parte fondamentale della sua biografia – sono state eliminate per il lancio in Cina.
Sotto il presidente Xi Jinping, le autorità cinesi hanno spinto per epurare la società da elementi ritenuti malsani, compresi film, televisione, giochi per computer e videogiochi, riducendo di quest’ultimi anche la durata minima di gioco. Hanno anche lanciato un’ampia repressione statale sull’evasione fiscale e sul comportamento immorale percepito nell’industria dell’intrattenimento, un inasprimento che ha già preso di mira alcune delle più grandi celebrità del paese.
Martedì, la Cyberspace Administration of China, l’agenzia centrale di regolamentazione, censura, supervisione e controllo di Internet per la Repubblica popolare cinese ha annunciato che avrebbe lanciato una campagna web “pulita” della durata di un mese per creare un’atmosfera “civile e sana” online durante le vacanze del capodanno lunare. Con buona pace di Palahniuk.