Una strage familiare è accaduta oggi a Licata, in provincia di Agrigento. Un uomo ha ucciso il fratello e l’intera famiglia, per poi uccidersi.
Ad aver commesso il multiplo omicidio è stato Angelo Tardino: ha ucciso il fratello Diego, poi sua moglie Alexandra Ballacchino e i figli della coppia, Alessia (11 anni) e Vincenzo (15 anni). L’uomo è scappato in macchina e ha chiamato i carabinieri. Questi cercavano di convincerlo a costituirsi quando l’uomo ha deciso di spararsi.
Tardino non è morto sul colpo e in suo soccorso è arrivato l’elisoccorso che lo ha portato all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Il primario di Rianimazione Giancarlo Foresta aveva dichiarato al suo arrivo: “Il paziente è in fin di vita e non operabile. Le lesioni riportate sono gravissime e incompatibili con la vita”. L’uomo infatti non ce l’ha fatta ed è deceduto oggi nella tarda mattinata.
Il motivo della strage pare essere una lite riguardante l’eredità. Angelo Tardino era andato a casa del fratello nelle prime ore della mattina, in contrada Safarello. Lì si trovano anche i terreni coltivati lasciati in eredità dal padre.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, tra i due sarebbe scoppiata una violenta lite in merito alla spartizione delle aree coltivate; forse non era questa la prima occasione di lite, tanto che Angelo aveva deciso di presentarsi armato e pronto a tutto. Gli investigatori hanno sottolineato il fatto che l’uomo avesse con sé ben tre armi, tutte legalmente detenute.
I due avevano anche un terzo fratello, interrogato dai carabinieri insieme alla moglie dell’assassino. L’indagine è guidata dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio. Intanto il sindaco di Licata Pino Galanti ha dichiarato il lutto cittadino per la giornata di domani.
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Una dichiarazione è stata rilasciata da una cugina di Alexandra Ballacchino: “Siamo sconvolti. Non ci saremmo mai aspettati questa tragedia. Perché Diego ha aperto la porta a quell’assassino? Maledetto assassino. Tra i due fratelli c’erano frizioni da parecchio tempo. Prima abitavano nello stesso palazzo. Ma litigavano in continuazione per la divisione di alcune proprietà agricole. E alla fine Alessandra ha deciso di andare a vivere qui in campagna, pur di non avere nulla a che fare con quel pazzo“.
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Anche il vescovo di Licata Alessandro Damiano ha deciso di esprimere il suo parere sulla triste vicenda: “Quanto avvenuto costituisce l’ennesima sconfitta di una cultura – la nostra – sempre più disorientata e sempre meno capace di gestire le emozioni e le tensioni che turbano l’esistenza personale e interpersonale. Esige una inderogabile presa di coscienza individuale e comunitaria sul valore della persona umana, soprattutto se innocente e indifesa, e sull’importanza della cura delle relazioni, al di là di ogni ferita e di ogni offesa”.
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