E’ morto a 74 anni in un ospedale di Richmond, in Virginia, Olavo de Carvalho, un polemista brasiliano, filosofo autoproclamato, esperto politico, ex astrologo, giornalista e teorico della cospirazione di estrema destra; ma soprattutto mentore personale del presidente del Brasile Jair Bolsonaro e della destra radicale brasiliana.
E’ stato anche a causa delle sue posizioni negazioniste sul coronavirus se la gestione della pandemia nel 2020 ha fatto registrare in tutto il Paese un elevato tasso di contagi e mortalità. Per ridurre il numero incontrollato di positivi, scesero in strada addirittura i narcotrafficanti che intimavano, soprattutto con le cattive, coprifuoco e regole rigide agli abitanti delle favelas, pur di evitare una rapida diffusione del virus in quelle zone a rischio, prive anche di uno stabile approvvigionamento di acqua potabile.
Eppure, pare che Carvalho sia morto proprio a causa del Covid-19. Da una settimana, infatti, era ricoverato in ospedale con gravi difficoltà respiratorie, ma l’annuncio ufficiale del decesso, tuttavia, non fa riferimento alcuno al virus; è stata la figlia a renderlo noto, distanziandosi totalmente dalle posizioni negazioniste del padre che ha più volte banalizzato sulla pandemia, non prendendola mai seriamente, con effetti disastrosi sulla politica interna del Brasile.
Carvalho, un filosofo dalle idee pericolose
Intervistata dalla rivista Veja, uno dei settimanali più importanti del Brasile, Heloísa ha così parlato di suo padre: “Ha le mani sporche di sangue, ma non celebro la sua morte. Mi sento solo sollevata” – incolpandolo apertamente anche della questione vaccini – “Ho perso tanti amici e di questo lo ritengo responsabile. Il ritardo nell’acquisto dei vaccini è in parte dovuto a lui, alle idee negazioniste che ha sempre difeso e alle fake news che ha diffuso”.
Come riportato dal Guardian, Heloísa ha pronunciato parole dure per suo padre anche sui social: “Che Dio gli perdoni tutto il male che ha fatto” – ha twittato, ricordando di aver perso un’amica a causa del virus il giorno in cui suo padre affermava falsamente di non essere mai stata accertata in tutto il mondo una sola morte per Covid – “Era vedova e ha lasciato tre bambini, tutti con meno di 10 anni, orfani”.
Eppure, l’intransigente anticomunista, fermamente convinto del grande complotto del marxismo culturale, al pari di una setta, pronto a soffocare l’umanità intera con le pericolosissime teorie di Kant, Hegel, Marx, ma anche del positivismo, del pragmatismo, della psicoanalisi, della filosofia analitica e dell’esistenzialismo, insomma di tutto il mondo contemporaneo, è al momento molto compianto ed osannato dall’ala più conservatrice della scena politica brasiliana.
Bolsonaro stesso, che deve la vittoria delle elezioni del 2018 grazie alla valanga di fake news diffuse e promosse dal suo guru, piange la perdita di “uno dei più grandi pensatori nella storia del nostro paese” e ha dichiarato una giornata di lutto nazionale . “Olavo è stato un faro per milioni di brasiliani”, ha scritto il presidente ultraconservatore del Brasile su Twitter. Anche il figlio del presidente, Eduardo, ha omaggiato il braccio del padre, la cui influenza è stata tale da essere riuscito a nominare pur a chilometri di distanza, viveva infatti dal 2005 negli Stati Uniti, diversi membri del gabinetto di Bolsonaro.
Sempre secondo il Guardian, i brasiliani progressisti, disgustati dal ruolo principale che sostengono che Carvalho abbia svolto nell’avvelenare la vita sociale e politica del loro paese e nel diffondere una sempre più pericolosa disinformazione sul Covid, hanno respinto tali tributi.
Come detto sopra, prima della sua morte Carvalho ha continuamente minimizzato il coronavirus – che ha ucciso quasi 625.000 brasiliani e 5,6 milioni di persone in tutto il mondo – promuovendo cospirazioni sulle sue origini e attaccando coloro che cercavano di rallentarne la diffusione; non è chiaro, tuttavia, se si fosse vaccinato o meno. Nel maggio 2020, mentre il Covid prendeva a pugni il Sud America, Carvalho ha twittato: “La paura di un virus apparentemente mortale non è altro che una piccola storia dell’orrore progettata per spaventare la popolazione e farle accettare la schiavitù così come farebbero con un regalo da parte di Babbo Natale”.
Carvalho ha definito, infatti, le misure di contenimento “il crimine più enorme e sordido mai commesso contro l’intera specie umana” e una volta ha affermato che l’emergenza sanitaria globale “semplicemente non esiste”. In un’altra occasione ha detto che solo “un perfetto sciocco” avrebbe creduto che la diffusione del “virus cinese” fosse accidentale. E quando Twitter ha cancellato uno dei post di Carvalho per aver violato le regole della piattaforma sulla diffusione di informazioni dannose o fuorvianti sul Covid, ha risposto all’allora presidente dell’azienda Jack Dorsey: “Puoi ficcarti il tuo network su per le natiche“, sottolinea sempre il Guardian.
I commenti a caldo dei contestatori di Carvalho
Ma il Guardian ha anche raccolto alcune critiche, fondamentali per farsi un’idea più chiara della caratura del personaggio che è venuto a mancare in queste ore, provenienti dai social dalle persone più disparate, ma tutte legate da un profondo rammarico per la deriva autoritaria ed autodistruttiva del proprio Paese, a cominciare proprio da Felipe Neto, uno dei principali influencer online del Brasile, che ha twittato così la morte del mentore del governo bolsonarista: “L’estrema destra ora cercherà di trasformare Olavo de Carvalho in un martire, un eroe. Olavo è uno dei principali colpevoli del mare di fango in cui siamo sprofondati”.
Il giornalista André Fran ha scritto: “Le mie condoglianze a tutti coloro che hanno perso un parente, tutte vittime dell’odio e del negazionismo bolsonarista che Olavo ha contribuito a diffondere”. Brian Winter, un esperto del Brasile che ha intervistato Carvalho nella sua casa in Virginia piena di fucili, ha affermato che il guru di Bolsonaro ha contribuito a importare “una sorta di cultura tropicalizzata – progettata, ndr – di Fox News incentrata sul genere, sulle armi e sull’antiglobalismo”.
Winter ha aggiunto anche che durante il primo decennio di questo secolo – mentre il Brasile prosperava sotto il governo di sinistra di Luiz Inácio Lula da Silva – Carvalho era ampiamente considerato un “pazzo svitato“. Tuttavia, durante gli anni ’10, quando il paese è sprofondato in una profonda recessione e disordini politici, il suo “vetriolo intriso di parolacce” dal suono intellettuale contro la sinistra ha improvvisamente preso piede.
Le librerie hanno venduto centinaia di migliaia di copie della sua opera più famosa “Il minimo che devi sapere per non sembrare un idiota”, un tomo promosso da Bolsonaro dopo essere diventato presidente. Winter ha ricordato pure per la prima volta di aver visto il nome di Carvalho in una protesta antigovernativa del 2013 su un poster che diceva: “Olavo aveva ragione“.
Come riferito dal Guardian: “Lui e Bolsonaro sono stati il prodotto del trauma titanico che il Brasile ha subito negli anni 2010: la peggiore recessione degli ultimi cento anni, il crollo dell’establishment politico, scandali di corruzione ovunque si guardasse, 70.000 omicidi all’anno. Da questa disperazione, lui e Bolsonaro sono emersi come vincitori perché suonavano così radicalmente diversi da qualsiasi cosa ci fosse prima di loro. Questa era la loro attrattiva”, ha chiarito l’esperto.
Molti credono però che il fascino stia ora svanendo, con l’ex presidente Lula apparentemente pronto a sconfiggere Bolsonaro nelle elezioni di ottobre: “Parte della lotta che Bolsonaro sta affrontando ora è che continua a parlare di diritti sulle armi e di genere e di queste altre idee di Olavo, in un Brasile in cui le persone vogliono solo soluzioni alla pandemia, alla fame e alla disoccupazione“, ha spiegato Winter – “Bolsonaro suona i vecchi ritornelli Olavisti, ma la maggior parte dei brasiliani vuole sentire qualcos’altro”.