La capitale sprofonda nell’acqua e si programma un incredibile “esodo”: il costo e l’impatto sono folli

Il Parlamento sta approvando una legge senza precedenti che prevede di spostare la capitale a causa dell’assurdo fenomeno. Cosa sta succedendo

Martedì il parlamento indonesiano ha approvato una legge senza precedenti. Consiste, infatti, nella proposta di spostare la capitale del Paese, Giacarta, a Nusantara, una città del Kalimantan orientale, nel Borneo, come riporta Il Post.

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Una legge che di fatto si attendeva da tempo, ma che sta lasciando a dir poco scontenti gli attivisti ambientalisti.

L’assurdo fenomeno di Giacarta

Era il 2019 quando  Joko Widodo, il presidente dell’Indonesia, aveva palesato il progetto di spostare la capitale.

Il motivo? Giacarta, una megalopoli da 10 milioni di abitanti, sta letteralmente sprofondando in acqua.

Ma non solo: ad aggravare la situazione il fatto che sia una delle città più inquinate al mondo e fra le più trafficate.

Per tale ragione è risultato davvero impossibile procrastinare tale decisione e, data l’urgenza, i lavori prenderanno il via quest’anno fino al 2045 almeno.

Le critiche sulla scelta dell’isola del Borneo

Per poter effettuare questa colossale impresa il governo ha deciso di utilizzare  56mila ettari sull’isola di Borneo per un’impresa totale di 28 miliardi di euro.

Una decisione assolutamente osteggiata dagli attivisti ambientali, considerato chel Borneo è situata una delle foreste pluviali più antiche al mondo.

Una zona, fra l’altro, già fortemente colpita dal fenomeno della deforestazione  che rischierebe di essere gravemente compromessa nella sua bio diversità.

Cosa sta succedendo a Giacarta

Il motivo per cui la capitale verrà spostata è a causa del fatto che stia letteralmente sprofondando nell’oceano. La causa è da ricercarsi nell’innalzamento del livello del mare, un fenomeno a sua volta causato dal surriscaldamento globale.

Ad aggravare la situazione il fatto che la città, contemporaneamente, si sta abbassando di un tot di centrimetri l’anno, al punto che il 40% della capitale è già sotto il livello dell’acqua.

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