Sono trascorsi esattamente dieci anni da quando è accorsa la tragedia della Costa Concordia, dove persero la vita 32 persone tra i passeggeri e l’equipaggio presenti a bordo.
Il naufragio e le conseguenti vittime furono dipesi da tutta una serie di errori legati in larga parte dall’incomprensione degli ordini e in parte da chi gli ordini doveva eseguirli.
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Principale protagonista di questo dramma accaduto il 13 gennaio del 2012 fu il Capitano Francesco Schettino.
La nave da crociera Costa Concordia navigava nei pressi dell’isola del Giglio e doveva eseguire il famoso inchino davanti all’isola, a seguito di una promessa fatta dal capitano al maitre Antonello Tievoli, ma si avvicinò troppo alla costa e a quel punto Schettino cominciò a dare ordini per cercare di evitare il peggio.
Ma gli ordini del capitano erano sempre più ravvicinati e il timoniere non riuscì a capire gli ordini impartiti e ad applicarli. Tutta una serie di incomprensioni portò, alle 20.45, all’impatto della nave da crociera contro la costa.
Ne conseguì uno squarcio enorme, largo 70 metri, appena otto metri sotto la linea di galleggiamento. L’impatto fu tale che la nave subì una sbandata di 20 gradi in senso antiorario, mentre Schettino cercava di dare ordini al fine di raddrizzarla.
A quel punto cominciò il disastro vero e proprio. Quando l’acqua raggiunse la sala macchine e altri compartimenti ci fu un black out totale. Fu a quel punto che il vento fece ruotare la nave di 180 gradi, la poppa cominciò ad affondare, la nave perse la sua stabilità e urtò il fondale cominciando a inclinarsi a destra.
Quello che ne seguì è da dieci anni nella coscienza collettiva di un’intera Nazione. Il disastro della Costa Concordia è entrato di diritto nella storia come la più grande tragedia di una nave dall’epoca del Titanic.
Le testimonianze dei sopravvissuti a quella tragedie sono drammatiche. Come la testimonianza di Omar Brolli, che si trovava con i genitori a bordo per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni: “Ci siamo salvati tutti, ma mio padre, che è stato uno tra gli ultimi ad essere salvato, non è mai più riuscito a sorridere. L’idea di non essere in grado di proteggerci lo ha portato fino alla depressione” – sono le parole del sopravvissuto riportate da ‘Oggi’.
Testimonianze come queste ce ne sono molte, come ad esempio quella del cronista che vide le persone che “si buttavano all’interno della scialuppa già troppo piena, che si muoveva, che oscillava come un’altalena tra le grida della gente e del personale che gridava ‘nooo’, implorava di non farlo”.
Il panico, la paura, il dramma vivranno per sempre negli occhi e nella mente di chi ha vissuto quella tragedia dieci anni fa.
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