Violenze sessuali seriali e millanterie: la torbida storia del guru indiano che sostiene di poter sconfiggere il Covid

Mai sentito parlare di Paramahamsa Nithyananda, il santone da più di mille miracoli nella sua carriera?  Se la risposta è no, è doveroso informarvi di un fatto importante: il guru indiano è così influente e potente da essere stato consacrato addirittura nella Hall of fame dell’internet.

Sulla sua pagina Wikipedia si legge, infatti, che lo Swami è “un religioso e predicatore indiano. Si tratta di un maestro spirituale, mistico e fondatore di Dhyanapeetam, un movimento mondiale per l’educazione scolare e la meditazione, con sede a Bangalore, India. Nithyananda è diventato popolare attraverso la sua colonna Aprite la porta, fate entrare la brezza sul settimanale Tamil Kumudam e presunti processi di guarigione spirituale” e su Amazon è possibile acquistare i suoi libri, per un primo approccio ad una vita ascetica votata al mondo ultraterreno.

Il guru indiano avrebbe la risposta a tutti i nostri mali e oltre. Nel corso degli anni ha raggiunto un seguito esagerato nel sud dell’India, ma la portata della sua parole ha presto varcato i vincoli nazionali, arrivando a fare proseliti perfino in Europa e negli Stati Uniti. Insomma, se c’è un cieco da guarire, Nithyananda è l’uomo che fa per voi; proprio per questo Swami sostiene di essere la reincarnazione della divinità Siva, pilastro della religione induista.

Nithyananda che oggi ha 43 anni, ha iniziato a praticare yoga all’età di 3 anni. In seguito ha vagato per l’Himalaya come parte fondamentale della sua formazione spirituale prima, di aprire il suo ashram, luogo di meditazione, nello stato indiano del Karnataka nel 2003. Sebbene al momento sia esiliato e nascosto, rimane molto popolare sui social media con la sua pagina Facebook che da sola vanta circa 1,1 milioni di follower, ma il guru non lascia mai del tutto i suoi seguaci senza la sua guida spirituale. Spesso rilascia dei video clip pieni di grandiose dichiarazioni, come quella in cui sostiene di essere l’unico in grado di poter sconfiggere e guarire tutti dal COVID-19 in India, nemmeno il vaccino Pfizer arriverebbe a tanto. Ma in questa storia di miracoli e preghiera, c’è qualcosa che non torna.

La torbida figura della divinità scesa in terra

La vita del religioso più apprezzato di tutta Calcutta e non solo, non è così “santa” come si possa immaginare. Molti nel Paese, infatti, hanno da sempre dubitato dei poteri paranormali rivendicati da Paramahamsa Nithyananda, ritenendolo più un cialtrone che non un guru.

Come riportato in un’intervista rilasciata al The Daily Beast, sito di informazione statunitense, Narendra Nayak presidente della Federazione delle associazioni razionaliste indiane, ha definito Nithyananda una frode e un imbroglione: “Ma come sia riuscito a uscire dal paese è un mistero perché il suo passaporto era scaduto molto tempo fa”. Il guru indiano, infatti, nel 2019 è riuscito a fuggire dall’India, pur non avendo documenti di viaggio validi. E ad oggi continua a eludere la giustizia, nonostante sia ricercato dall’Interpol con l’accusa di stupro e rapimento.

In più di un’occasione Nayak ha voluto sottolineare pubblicamente come  le pretese di poteri paranormali fatte dallo Swami e dalle sue legioni di seguaci siano una pura buffonata, perpetrata ai danni della popolazione indiana. Per smascherarli, il presidente ha anche progettato un test per gli operatori dei miracoli: avrebbero dovuto ripetere i loro rituali in un ambiente neutro, senza telecamere nascoste e nessun tipo di aiuto.

Eppure, il miracolo più grande è stata la fiducia incondizionata da parte dei fedeli che anche di fronte all’evidente fallimento degli operatori – non avevano portato a termine il test – hanno continuato a credere a Nithyananda, anzi alcuni sono arrivati al punto di minacciare Nayak per aver esposto i loro trucchi: “Una discepola di Nithyananda che ha detto di aver già causato il cancro al cervello a qualcuno che aveva ha sfidato il suo uomo,  ha giurato di lanciarmi una maledizione che mi avrebbe provocato il carcinoma del pene“, ha raccontato Nayak sempre al The Daily Beast.

Le violenze sessuali ai danni delle giovani discepole

Ma accuse ben più pesanti gravano sulla testa del santone. Miracoli a parte, Nithyananda è accusato di stupro  e rapimento. Il giornalista indiano Nakkheeran Gopal, molto apprezzato nel suo Paese, negli anni ha divulgato alcuni dei suoi presunti illeciti, per i quali è anche finito in tribunale.

Sempre al  The Daily Beast ha confermato di aver pubblicato video registrati di nascosto in cui si può ben vedere: “l’indulgenza sessuale di Nithyananda con le giovani ragazze sanyasi – mendicanti – nel suo ashramam”. Tuttavia, sia il guru indiano che i suoi avvocati hanno sempre sostenuto che i video fossero il frutto di un lavoro di editing architettato ad hoc per infamarlo, ma il “tribunale ha scoperto e ritenuto che i ritagli non fossero stati trasformati e ha respinto la sua causa”, ha spiegato il giornalista.

Ben nove anni prima, nel 2010, era apparso un altro video a sfondo sessuale con protagonista proprio Swami, definito in quell’occasione lo “Swami del sesso“, che però ha sempre rigettato qualsiasi accusa, malgrado gli esperti forensi abbiano alla fine testimoniato diversamente. Ma i video non hanno fatto altro se non scoperchiare il vaso di Pandora.

Paramahamsa Nithyananda con discepola

Una donna americana, Aarthi Rao, arrivata in India per studiare yoga e meditazione insieme, ha accusato il guru di stupro. La signora Rao credeva che il suo yogi personale fosse non solo un maestro illuminato, ma un avatar e un’incarnazione, proprio perché lo sciamano la convinse di essere la “prescelta”. Sarebbe stata, infatti, la sua unica compagna in questo mondo, peccato che venne beccato a letto con altre studentesse.

Che sia stato per lo shock o per la delusione, la Rao in seguito sporse una denuncia contro il suo ex insegnante sia nel Michigan che in India, ma un suo Twitter amareggiato dimostra la potenza di Swami: “Eppure continua a essere impunito e a molestare i testimoni e i critici attraverso i suoi discepoli e seguaci sottoposti al lavaggio del cervello”.

Impunito, o forse migliore dire protetto, Nithyananda ha raccolto un’altra denuncia, accusato questa volta per aver attirato almeno quattro ragazze minorenni nel suo ashram e di averle trattenute in un appartamento contro la loro volontà, aggiungendo il rapimento alla lista dei suoi reati.

Nel 2019 Nithyananda ha compreso di non avere scampo, sarebbe dovuto comparire a processo per le innumerevoli accuse nei suoi confronti: “Aveva cercato di schivarle per così tanto tempo presentando appello dopo appello e ottenendo rinvii, cercando di denigrare chi l’aveva incolpato di stupro e così via. Alla fine non c’erano più strade percorribili ed è fuggito“, ha detto Nayak.

La sessuale setta segreta del Kailaasa

Dopo la fuga è emerso come Nithyananda facesse firmare ai suoi studenti un accordo di non divulgazione sessualmente esplicito. Secondo ‘India Today’ la clausola prevedeva che:

“Il volontario comprende che il programma può comportare l’apprendimento e la pratica di antichi segreti tantrici associati all’estasi maschile e femminile, compreso l’uso dell’energia sessuale per una maggiore intimità/connessione spirituale, piacere, armonia e libertà. Il volontario comprende che queste attività potrebbero essere fisicamente e mentalmente impegnativo e può comportare nudità, accesso a immagini visive, rappresentazioni visive grafiche e descrizioni di nudità e attività sessuale, stretta vicinanza fisica e intimità, descrizioni verbali e scritte e suoni audio di natura sessuale ed erotica, ecc. “.

Ma come è possibile avere un ascendete così forte sulle masse?

Il dottor Brian Collins, esperto di studi indù presso l’Università dell’Ohio, sempre per il Daily Beast, ha spiegato che: “Molti in India non vedono un’incarnazione vivente della divinità suprema come così inverosimile, il che può aiutare gli dei tradizionali come Nithyananda a stabilire il loro dominio sulle masse. A differenza del cristianesimo, gli dei vengono sulla terra in molte forme nell’induismo” – ha aggiunto il professore – “quindi l’idea del divino in un essere umano non è particolarmente scandalosa per la maggior parte delle persone”.

E anche il Dottor Patrick McCartney, che studia l’intersezione tra religione e antropologia presso la School of Global Environmental Studies di Kyoto, ha profilato il guru indiano: “E’ squallido come un venditore di auto usate all’afterparty. I suoi seguaci sono attratti da lui perché promette di aiutarli a ottenere poteri. Le persone sembrano sentirsi impotenti e quindi attraverso la sua pretesa di essere onnipotenti credono che anche loro possano diventare un potente yogi”.

Insomma, la genesi di un fenomeno religioso come Nithyananda è semplice: giocare sulle sofferenze altrui e abusare delle loro debolezze, facendo credere loro di poter diventare ineluttabili come il guru, unico mezzo e miracolo perpetuato dallo Swami: “Una volta che un seguace di una setta è stato trasformato in un ‘vero credente’, tutte le scommesse sono annullate per quanto riguarda il suo potenziale di violenza… Tali persone riprogrammate combatteranno prontamente e uccideranno su comando del loro dio”, ha chiarito il dott. Robert Bunker, direttore della ricerca e dell’analisi presso la società di consulenza sulla sicurezza C/O Futures, LLC.

Nithyananda non è sicuramente il primo santone poco cristallino della storia, eppure le sue azioni lo hanno reso uno dei più temibili e potenti, anche per il tipo di insegnamenti impartiti a più di un milione di persone in tutto il mondo. Ha fondato una propria nazione indù, la Kailaasa, un paese “senza confini” destinato a fungere da casa per l’antica nazione illuminata della civiltà indù che viene rianimata dagli indù sfollati da tutto il mondo, come si legge sul sito web.

E’ molto probabile che il paese abbia una propria valuta, bandiera, burocrazia e politica COVID, come lo Stato di Petoria di Peter Griffin. Secondo alcune fonti, Kailaasa si troverebbe al largo della costa dell’Ecuador, con voli turistici approvati per il visto che arrivano dall’Australia tramite charter, anche se il governo ecuadoriano ha categoricamente negato di aver venduto allo Swami un’isola o addirittura di avergli concesso asilo.

Eppure il giornalista Gopal ha molti dubbi: “Kailaasa è un’esca. Non esiste un’isola Kailaasa. La mia ipotesi è che [Nithyananda] si nasconda in qualche luogo segreto in Nepal o in qualsiasi altro paese indulgente indù, dove è facilitato ad apparire sui social media”, il tutto mentre il guru continua a sfuggire all’Interpol, malgrado appaia regolarmente su Internet. “E’ un mistero che l’Interpol non sia riuscita a rintracciarlo. Lo aiuta un po’ di protezione furtiva”, ha detto Gopal.

Alla fine del 2019, la polizia indiana aveva anche rintracciato lo Swami fino all’isola di Trinidad, nel sud-est dei Caraibi, dove pare abbia partecipato ad un evento religioso, per dirigersi poi alla volta dell’Ecuador, senza soggiornare, tuttavia, a lungo lì. Il Paese, infatti, oltre a negare, come detto prima, di avergli venduto un’isola, ha anche affrettato le procedure per estradarlo dai propri confini nazionali.

Nithyananda, insomma, sembra davvero avere amici potenti in alto, ma il dottor Bunker ha una spiegazione molto più convincente e meno mistica: “Dal momento che i leader di setta in genere risucchiano la ricchezza dei loro seguaci, accumulano grandi scorte da investire in proprietà e imprese e da usare per corrompere funzionari pubblici nei paesi meno sviluppati. Non ho dubbi che per proteggerlo vengano utilizzate società di facciata, documenti di viaggio falsificati con identità fasulle e case sicure”.

“Il guru ha bisogno di devoti creduloni e i devoti hanno bisogno di un guru per non avere più responsabilità personali – ha spiegato il professor McCartney, descrivendo il rapporto tra gli uomini di Dio e i loro seguaci come uno basato sulla necessità reciproca – “È molto più facile lasciare che il guru ti guidi nella vita che farsi carico della propria”.

Gestione cookie