‘Don’t Look Up’, uscito da qualche settimana sia al cinema che su Netflix, è senza dubbio uno dei film del momento.
Nel lungometraggio con Leonardo Di Caprio, Cate Blanchett, Meryl Streep e Jennifer Lawrence, i protagonisti sono due scienziati (Di Caprio e Lawrence) che cercano di convincere il mondo del fatto che un asteroide di proporzioni enormi è diretto verso la Terra e metterà fine alla vita sul pianeta in caso di non intervento.
Proprio come nel film, la sopravvivenza dell’umanità durante un evento del genere sarebbe davvero nelle mani di pochi individui, ed è anche per questo motivo che la pellicola ha suscitato un grande dibattito.
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Lo sottolinea al Sun anche l’ex maggiore dell’esercito britannico, Jay Tate, che attualmente dirige lo Spaceguard Center, un osservatorio in cima a una collina nel Galles dove vengono seguiti migliaia di asteroidi e comete che transitano nelle vicinanze.
“Ci sono una serie di rischi che la nostra specie deve affrontare”, spiega l’esperto, che ha prestato servizio per 26 anni nell’esercito. “Probabilmente l’unico che potrebbe produrre un’estinzione di massa in un breve periodo è proprio quello caratterizzato da asteroidi e comete”.
D’altronde in molti ricordano quanto accaduto il 15 febbraio 2013, quando una meteora delle dimensioni di un edificio a sei piani è esplosa sopra la città russa di Chelyabinsk.
L’esplosione non ha causato vittime, ma ha provocato il ferimento di più di mille persone e ha rotto le finestre in più di 3.000 condomini.
Il rischio di un asteroide distruttivo è bassissimo, ma…
Jay ritiene che la sua squadra sia riuscita a rintracciare fino a 10.000 asteroidi nel corso degli anni. “L’obiettivo è quello di scattare una serie di fotografie di ogni oggetto per determinare la sua orbita attorno al sole”, spiega l’esperto al Sun. “Solo dopo possiamo capire se sarà un problema o meno”.
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La maggior parte dei NEO (gli asteroidi near-Earth, con orbita vicino alla Terra) sono di dimensioni molto ridotte e brucerebbero al contatto con l’atmosfera. Tuttavia, oggetti più grandi scatenerebbero problematiche via via sempre più devastanti.
“Per eliminare un paese di dimensioni ragionevoli o un piccolo continente, probabilmente hai bisogno di qualcosa che sia largo circa centocinquanta metri – spiega Jay Tate – Per gli effetti globali, hai bisogno di qualcosa di forse un chilometro o due di diametro. Le estinzioni di massa iniziano a insinuarsi tra i cinque e i dieci chilometri”.
Ad oggi il rischio di uno scenario di questo tipo è davvero molto basso ma questo non è un motivo per abbassare la guardia.