Allarmanti studi legati alla demenza giungono da oltre la Manica.
Nel Regno Unito i casi di demenza nel 2019 si attestavano a circa 907mila ma secondo uno studio che è stato divulgato dal ‘The Lancet Public Health’ i casi saranno destinati ad aumentare del 75% nel 2050, quando si potrebbe toccare e superare il milione e mezzo di casi.
Ma queste statistiche sono piuttosto modeste se paragonate ai casi che si avranno nel Medio Oriente o nel Nord Africa, dove si parla addirittura di un aumento del 367%, mentre nell’Africa subsahariana si parla del 357% in più di casi.
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Con il termine demenza si fa riferimento a diverse patologie che causano un progressivo deterioramento delle capacità mentali, tali da avere un impatto molto importante sulle vite quotidiane delle persone che ne sono colpite.
Una delle patologie di demenza più note è quella della sindrome di Alzheimer, che comprende circa l’80% dei casi di demenza.
I ricercatori che hanno trattato il tema hanno messo in evidenza come ci sarà un progressivo aumento dei casi di demenza soprattutto a causa di elementi che hanno un forte impatto sulla salute come l’obesità, il fumo, la glicemia alta e la bassa istruzione.
Proprio per questa ragione ci saranno dei notevoli aumenti dei casi di demenza nelle zone dell’Africa dove la scarsa istruzione è più elevata.
Secondo i ricercatori occorre concentrarsi maggiormente sulla prevenzione
I fattori che sono stati appena elencati hanno un impatto molto forte nello sviluppo della demenza quindi è importante, secondo i ricercatori, fare in modo da mantenere uno stile di vita salutare, in modo da ridurre i vari rischi di sviluppo.
Importante è anche la prevenzione in questo campo infatti la dottoressa Emma Nichols, principale autrice dello studio, ha spiegato come bisogna “concentrarsi maggiormente sulla prevenzione e sul controllo dei fattori di rischio prima che si possano tradurre in demenza”.
Sempre secondo la dottoressa Nichols il maggior impatto nella prevenzione delle patologie collegate alla demenza verrà in particolar modo dai programmi che incoraggiano a sviluppare un’alimentazione sana, smettere di fumare, fare maggior esercizio fisico e dal miglioramento all’accesso all’istruzione.
Anche se qualcuno, come il professor David Curtis – specialista in psichiatria, non è pienamente d’accordo nel dire che questo potrebbe avere un maggior impatto – anzi, in qualche forma potrebbe avere un effetto controproducente: “I cambiamenti che potrebbero ridurre il rischio di demenza cerebrovascolare, come il miglioramento della dieta, porterebbero anche a un maggior numero di persone che vivono abbastanza a lungo da sviluppare l’Alzheimer”.