Il caso di Sara Pedri, la giovane ginecologa scomparsa il 4 marzo in Trentino dopo aver per mesi sopportato umiliazioni e vessazioni nell’ambiente dove lavorava, continua a tenere il banco della cronaca nazionale. E ora emerge tutto il dramma psicologico sopportato dalla giovane.
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Sara Pedri era una ragazza solare, serena (è sempre sorridente, nelle foto che possiamo trovare di lei), in salute, “felice ed esplosiva” (così viene spesso descritta da amici e conoscenti) eppure nei tre mesi precedenti alla sua scomparsa quella Sara non c’era più. Era stata sostituita da una “morta che cammina” come si definiva lei stessa in un messaggio al fidanzato Guglielmo, inviato il 24 febbraio.
Questo terribile turbamento emotivo e psicologico era esploso a causa del pesante mobbing subito sul posto di lavoro e questo è quello che ipotizza la psicologa Gabriella Marano, che ha eseguito una perizia psicologia su richiesta della famiglia di Sara.
La dottoressa Marano ha stilato un referto lungo 119 pagine, dove sono stati scandagliati 20mila messaggi, setacciato il computer di Sara, riportate le testimonianze di 15 persone e analizzato il quadro clinico della giovane. La perizia della dottoressa mette in chiaro che “Sara è stata vittima di quick mobbing”.
Ma che cos’è il quick mobbing? Con questo termine si indica una pratica vessatoria del mobbing che consiste in attacchi frequenti, spesso anche quotidiani e che perdurano per un tempo di 3 mesi.
Ed è proprio in un arco di tempo di tre mesi che la condizione psicologica della giovane ginecologa forlivese è precipitata. La consulenza parla chiaro e spiega come nei confronti di Sara Pedri ci fossero dei comportamenti in grado di “creare intorno a Sara un clima ostile, intimidatorio, degradante, umiliante e offensivo” questo avrebbe “minato il suo equilibrio in poco più di tre mesi” data anche la violenza del comportamento.
“Il vivere ormai le procurava dolore”, le parole della perizia psicologica
Ad accelerare maggiormente il declino psichico di Sara sarebbe stato un episodio dove avrebbe ricevuto uno schiaffo su una mano in sala operatoria, questo avrebbe fatto in modo da trascinare la giovane “in una situazione critica: un vero e proprio tormento psichico, il vivere ormai le procurava dolore”.
La psicologa Marano spiega come già a fine febbraio Sara dicesse alle proprie amiche di voler scomparire. E anche il corpo della ginecologa parlava in maniera chiara di un disturbo post-traumatico da stress: “Era inappetente, aveva tremori, tachicardie, abbracciava la pancia”.
A quel punto nel giro di pochi giorni tutto è precipitato: il 3 marzo Sara Pedri si dimette e il giorno dopo scompare.
L’ultimo messaggio al padre recita testualmente: “Chiedo scusa io a voi per la delusione che vi ho procurato”.