L’inizio del nuovo anno ha portato un po’ di confusione in casa Buitoni, paventando un blocco della produzione non indifferente per lo storico marchio italiano. Stando a quanto riferito da ‘Il Sole 24 ore’, la Nestlé, proprietaria del brand, avrebbe deciso di non rinnovare la concessione del logo aretino, dopo 13 anni. Ma andiamo con ordine.
La multinazionale svizzera detiene dal 2008 la Buitoni, nata a Sansepolcro (Arezzo) nel lontano 1827 da un’idea di Giulia e Gianbattista Buitoni. La concessione da parte della Nestlé, proprietaria del nome, una volta scaduta non sarebbe stata rinnovata al gruppo Newlat Food Spa, azienda del settore agroalimentare con a suo carico già i marchi Dalverde, Polenghi e Giglio, che sempre nel 2008 acquisì lo storico pastificio, dove fino a oggi sono stati prodotti pizze, fette biscottate e pasta sfoglia, protagonista indiscussa delle cene più improvvisate a casa di ogni italiano.
Ciò non significa tuttavia che l’azienda chiuderà i battenti. Rimarrà, infatti, la fabbrica, che potrà produrre, però, solo con altri loghi, come Delverde; mentre il marchio resta di proprietà di Nestlè, che per diciotto mesi si impegna a non venderlo. In altre parole, la Buitoni si trova al momento in una sorta di limbo, nell’attesa di conoscere il destino delle proprie focacce.
Ma si tratterebbe, tuttavia, di una conseguenza più che naturale. Nel momento in cui la NewLat è approdata in Borsa, nel 2019, la società di proprietà dell’imprenditore Angelo Mastrolia aveva annunciato di essere pronta a rinunciare a Buitoni a causa degli ingenti costi di gestione del brand: l’elevato costo delle royalties versate a Nestlè, circa 1,7 milioni di euro l’anno, (22 milioni di euro investiti in royalties dal 2008), avrebbero prodotto un’insofferenza generale all’interno dell’azienda emiliana che non ha voluto così rinnovare il contratto col colosso svizzero dell’alimentazione, puntando ad un’espansione mirata, ma più controllata, con gli altri marchi in suo possesso, come Delverde.
E malgrado più volte Mastrolia abbia parlato di un’acquisizione totale del marchio aretino, soprattutto per arginare possibile emorragie occupazionali, divenendo così un punto di riferimento del food italiano, l’ipotesi non è mai diventata realtà. Cosa ne sarà ora di Buitoni?
Il giorno dopo la comunicazione ufficiale del congelamento di Buitoni da parte di Nestlé, la multinazionale svizzera ha rilasciato un nuovo comunicato in cui si smentiva quanto detto solo il giorno prima, così come riportato sempre da ‘Il Sole 24 ore’: “Buitoni opera e continuerà a operare in Italia e all’estero con i suoi prodotti storici e iconici del made in Italy. Si precisa che la notizia della fine del marchio Buitoni diffusa da alcuni organi di stampa quest’oggi è del tutto destituita di fondamento”, si legge nella nota ufficiale di Nestlé Italia.
Insomma, la pasta sfoglia è salva, ma non sarà più sotto la guida dell’azienda di Mastrolia. L’azienda precisa, infatti, che a perdere il marchio della famiglia Buitoni saranno la pasta secca e i tradizionali prodotti da forno, prodotti dalla Newlat ancora nello storico stabilimento di San Sepolcro dal 2008.
E’ stata rinnovata, invece, soltanto la produzione di pasta secca per il mercato tedesco, quindi in caso di fortissima nostalgia da pennette, si può sempre andare a Berlino. Per il resto, come detto in precedenza, la fabbrica potrà produrre, ma solo con altri loghi, come Delverde, mentre il marchio rimane di proprietà di Nestlè.
Fatta eccezione quindi per pasta secca e fette biscottate, il marchio Buitoni continuerà ad essere presente nei supermercati di tutta Italia sulle pizze surgelate confezionate nello stabilimento inaugurato da poco a Benevento, di proprietà Nestlé, e su paste fresche, paste ripiene, salse fresche, basi gluten free, basi liquide, tutte prodotte in altri stabilimenti non appartenenti alla Newlat che si appropria definitivamente però della storia della famiglia Buitoni a Sansepolcro.
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