Dopo mesi di ricerche il cui esito è stato, purtroppo, vano, spunta ora la pista fluviale. Fondamentali i frammenti ossei rinvenuti adiacenti al Po, fra cui un frammento di calotta cranica
Una vicenda senza fine quella di Saman Abbas, la 18enne pachistana di Novellara scomparsa misteriosamente fra il 30 aprile e il primo maggio.
Attualmente indagati per omicidio i famigliari della giovane: lo zio 33enne Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del reato, i genitori e i due cugini.
Fino a oggi nessuno di loro ha confessato, e dei genitori, fuggiti in Pakistan il primo maggio, non si hanno più tracce.
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In questi giorni, però, arrivano delle novità importanti che riguardano dei frammenti ossei ritrovati vicino al Po.
E proprio la pista fluviale che negli ultimi tempi stava interessando gli inquirenti a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal fratello 16enne di Saman, che avrebbe confessato agli inquirenti indicazioni importanti in merito.
Il Po è, indubbiamente, la pista attualmente più accreditata nelle indagini sulla scomparsa e potenziale decesso di Saman, il cui corpo non è stato ancora ritrovato.
A chiarire l’indirizzo delle indagini e le ultime novità è il colonnello Stefano Bove, comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia:
“Il 3 novembre, da un passante, ci è stato segnalato un frammento di osso, probabilmente una calotta cranica, rinvenuto sul Lido Po di Boretto” – ha dichiarato a il Corriere di Bologna – “Abbiamo repertato, e, per non escludere nulla, lo abbiamo inviato ai Ris di Parma per tutte le verifiche. Innanzitutto per stabilire se si tratta effettivamente di un osso umano e poi eventualmente effettuare comparazioni con il dna di Saman”.
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E’ proprio questa, infatti, la novità principale: un frammento osseo è stato rinvenuto al Lido Po di Boretto e, il sospetto, è che possa appartenere a Saman.
Le analisi dei reperti, tutti catalogati dai Carabinieri, sono state disposte dal pm Laura Galli, titolare dell’indagine.
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Al Ris spetterà dunque il compito di andare a profilare il dna dell’osso per poi confrontarlo con quello della 18enne.
Un’analisi, questa, che, come riporta il Corriere di Bologna, dovrebbe avvenire attorno a metà gennaio.
Oltre al frammento cranico sono vari i reperti catalogati dalle forze dell’ordine. Non è la prima volta che accade, ma è la prima volta che vengono segnalati dei resti adiacenti al Po.
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Le forze dell’ordine vanno, comunque, con i piedi per terra. A uno sguardo superficiale, infatti, i frammenti ossei ritrovati sembrano essere fortemente datati rispetto al periodo della scomparsa della giovane.
Sempre come specificato dal Corriere, alla pista fluviale si è arrivati a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal fratello 16enne di Saman nel corso dell’incidente probatorio, dinanzi al gip Luca Ramponi.
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Il 16enne ha raccontato di aver ascoltato di nascosto alcune discussioni fatte nel corso di una riunione di famiglia nella quale si diceva: “Uccidete, sennò io porto…ho il motorino, facciamo piccoli pezzi e buttiamo nel… Guastalla. C’è un fiume, buttiamo là”.
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I parenti stavano vagliando dove sbarazzarsi del cadavere della 18enne, rea di non essersi adeguata ai precetti islamici imposti dalla famiglia?
“Di altre evidenze che possano portare a dire che ci sia stato un trasporto della ragazza fino al fiume Po non ce ne sono. Però non lo escludiamo”, ha dichiarato il colonnello Bove.
Il probabile esecutore materiale del delitto, come si diceva, potrebbe essere lo zio di Saman, il 33enne Danish Hasnain, almeno secondo quanto dichiarato dal fratello minore della ragazza.
L’uomo, assieme al resto della famiglia, era fuggito dall’Italia, per poi essere ritrovato a fine settembre in un appartamento nella periferia di Parigi.
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Sebbene l’accusato si sia opposto all’estradizione, il prossimo 5 gennaio la Chambre d’instruction del tribunale parigino vaglierà nuovamente l’ipotesi di estradizione pervenuta dall’Italia.
I genitori sono, attualmente, ricercati internazionali, assieme al cugino 34enne Nomanulhaq Nomanulhaq. L’altro cugino di 29 anni, invece, è stato fermato mentre si trovava a bordo di un Flixbus a Nimes, in Francia, e si trova attualmente in custodia cautelare nel carcere di Reggio Emilia.
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