Lo scorso 15 dicembre le operaie impegnate nella fabbricazione di prodotti Apple sono finite in ospedale ed è scattata una veemente protesta.
In seguito agli attriti tra Washington e Pechino, Apple ha cercato di spostare buona parte della propria produzione dalla Cina all’India. Che le grosse aziende delocalizzino il lavoro in Asia o in Paesi più poveri non è certo una novità, come non è certo sconosciuto il problema del rispetto dei diritti dei lavoratori in certe zone del mondo. Di recente le oltre 30.000 operaie impegnate nello stabilimento industriale della Foxconn nel sud dell’India, azienda su cui Apple fa affidamento per la produzione degli iPhone 13, hanno scioperato in massa costringendo l’azienda a chiudere i battenti per un periodo di tempo non ancora stabilito.
A scatenare la veemente protesta delle lavoratrici, tutte donne di età compresa tra i 18 ed i 22 anni che provengono dalle zone rurali dell’India, è stato un caso di intossicazione che ha coinvolto oltre 250 colleghe. Dopo aver cenato alla mensa, infatti, 154 donne hanno accusato violenti dolori allo stomaco e si è reso necessario per loro un ricovero in ospedale. Altre 100 lavoratrici si sono sentite male, ma le loro condizioni non hanno richiesto l’intervento dei medici.
In seguito all’accaduto e alle proteste, sono state aperte due diverse indagini: una sulle condizioni lavorative e abitative delle dipendenti della Foxconn ed una sulla qualità del cibo a loro offerto dall’azienda. Mentre le indagini proseguono, lo stabilimento è stato chiuso dal governo di Tamil Nadu. Per volontà della Apple stessa non riaprirà finché non verranno assicurate delle condizioni lavorative che rappresentino gli standard dell’azienda.
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Dopo l’accaduto Reuters ha fatto un report sulle condizioni lavorative e di vita a cui erano costrette le operaie indiane, basandosi sulla testimonianza di 9 ex dipendenti che hanno richiesto di rimanere anonime. Stando a quanto hanno riferito le ragazze, l’intossicazione da cibo avariato non era una novità, ma prima dell’episodio che ha portato allo sciopero c’erano stati casi in cui solo una o due persone si erano sentite male. L’intossicazione di massa ha fatto spaventare tutti e fatto capire che era necessario protestare per cambiare le cose.
Il cibo non era l’unico problema, le lavoratrici erano ospitate in dormitori aziendali, in stanze da nove persone in cui ne venivano stipate 30. Per massimizzare lo spazio, nessuno aveva un letto ma tutte erano costrette a dormire per terra. Inoltre i bagni che avevano a disposizione non erano dotati di acqua corrente, con tutti i disagi annessi a questa problematica.
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Un portavoce di Apple ha assicurato che l’azienda sta seguendo i lavori e lo stabilimento non verrà riaperto finché non verranno rispettati tutti gli standard richiesti: “Abbiamo scoperto che alcuni remoti dormitori e sale da pranzo utilizzate per i dipendenti non rispecchiavano i nostri standard e stiamo lavorando insieme ai fornitori per assicurare che vengano effettuate rapidamente un cospicuo numero di azioni correttive”.
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