Le tragedie nel Mediterraneo non conoscono tregua né vacanza, continuano ad accavallarsi mietendo vittime su vittime nell’indifferenza generale, malgrado sia Natale. Come specificato dal sito di notizie Sputnik, nella notte tra il 24 ed il 25 dicembre si sono registrati due incidenti al largo del mar Egeo, in cui hanno perso la vita ventisette migranti a causa del rovesciamento delle imbarcazioni di fortuna su cui erano stipati. Sono state salvate 153 persone in totale durante le operazioni.
Il primo dei due incidenti è avvenuto nei pressi dell’isola di Paros, il secondo al largo di Antikythera. Le autorità elleniche hanno fatto sapere che, in merito al secondo nubifragio, circa una novantina di persone sarebbero riuscite a raggiungere la spiaggia: tra i superstiti arrivati stremati sulle sponde dell’isola c’erano anche ventisette bambini ed undici donne, tutti arrampicati sulle rocce rosse dell’isola ellenica accanto a Creta. Purtroppo il bilancio non è solo positivo, la guardia costiera greca ha recuperato undici cadaveri restituiti in queste ore dal mare.
E ancora più tragico è stato l’incidente avvenuto nell’isola di Paros in cui si contano al momento sedici i morti, tra cui anche tre donne ed un neonato. Ma al momento le autorità greche non hanno rilasciato altri dettagli, se non il salvataggio pure di sessantatré migranti.
Su Twitter Giannis Plakiotakis, ministro della navigazione e della politica delle isole ed ex-vice ministro del lavoro, del benessere e delle assicurazioni sociali, ha così commentato l’ennesima tragedia (evitabile) in mare, criticando aspramente i signori del mare che continuano impuniti a trafficare esseri umani nel nostro Mare Magnum:
“Nei giorni scorsi si è intensificata l’attività criminale dei trafficanti, indifferenti alla vita umana, accatastando decine di persone in difficoltà, senza giubbotti di salvataggio, su imbarcazioni che non rispettano nemmeno le norme di sicurezza di base”.
I migranti soccorsi erano tutti in viaggio dalla Turchia all’Italia attraverso il mar Egeo. Come riportato da ‘Il Riformista’, infatti, negli ultimi mesi i trafficanti avrebbero adottato una nuova rotta molto pericolosa che dalla Turchia arriva direttamente all’Italia, evitando così le isole dell’Egeo orientale, sotto stretto controllo da parte della Grecia dopo essere stata per anni punto d’approdo, insieme all’Italia, per migliaia di migranti.
Un percorso alternativo per cercare di approdare nel nostro Paese dopo un lungo viaggio, ma il rischio che corrono i migranti è molto alto: molti non hanno mai visto il mare, non sanno nuotare e sono accompagnati soprattutto da bambini piccoli e neonati in imbarcazioni di fortuna come velieri, per nulla adatti ad attraversare il mare burrascoso dell’inverno, con temperature vicine allo zero.
E solo due giorni fa era avvenuto in mare ancora un nubifragio. Medici senza frontiere, infatti, aveva salvato nella loro ultima operazione in mare ventisette migranti che erano in viaggio verso l’Europa su una piccola imbarcazione. L’Alarm phone, impegnato nel soccorso in mare dei rifugiati, aveva segnalato all’Ong anche la presenza di molti bambini e neonati, portati poi in salvo sulla nave Geo Barents, gestita sempre da Medici senza Frontiere, dove al momento si trovano 380 migranti provenienti principalmente dalla Libia, alcuni anche con vistose ferite e cicatrici inflitte durante il loro “soggiorno” nei campi di detenzione libici.
Sono ora più di 700 in totale le persone che sono state tratte in salvo nelle ultime ore nel Mar Mediterraneo ma non hanno ancora trovato un porto in cui sbarcare ed essere dignitosamente curate ed accolte. Per l’UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, solo nel 2021, tra gennaio a novembre, avrebbero perso la vita nel tentativo di arrivare in Europa ben 2.500 persone. Un dato che non sembra conoscere, in alcun modo negli anni, purtroppo una battura d’arresto, anche a Natale.
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