La situazione Covid in Israele fin dai primi giorni di dicembre è parsa piuttosto grave: si parlava infatti al 7 dicembre di ben 719 casi nell’arco di 24 ore, questi a causa del divampare della variante Omicron. All’11 dicembre il numero di contagiati dalla variante proveniente dal Sud Africa era aumentato di altri 20 casi.
Eppure alla fine di novembre, quando la variante Omicron aveva fatto emergere i primi casi, il ministro della sanità israeliano, Nitzan Horowitz, aveva affermato con una certezza assoluta: “Coloro che hanno un richiamo (ovvero la terza dose del vaccino, ndr) sono molto probabilmente protetti contro questa variante”.
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Ma a quanto pare il governo guidato da Naftali Bennett ha dovuto ricredersi sulle parole del proprio Ministro, giacché soltanto due giorni dopo aveva annunciato la quarta dose del vaccino: “Vi aiuterà a superare l’ondata di Omicron che sta travolgendo il mondo”.
Il governo israeliano aveva quindi deciso di somministrare la quarta dose del vaccino (in Israele si è prevalentemente usato Pfizer, ndr) agli ultra-sessantenni e al personale sanitario.
Parliamo però al passato perché a quanto pare è stato già messo in atto un dietrofront.
A fermare la decisione di procedere con la quarta inoculazione è stato lo stesso Ministero della Sanità, dopo aver esaminato i dati che provengono dal Regno Unito. Infatti, secondo questi dati, la variante Omicron sarebbe meno rischiosa rispetto alla variante Delta.
La campagna vaccinale non partirà domenica: decisione definitiva rimandata alla prossima settimana
Quindi la campagna vaccinale per la quarta somministrazione non partirà domenica, come era stato annunciato in precedenza: su questa decisione il direttore generale Nachman Ash ha posto il veto e si riserva di prendere una decisione definitiva entro la metà della settimana prossima.
Sul fronte delle aziende produttrici del vaccino invece è intervenuta anche AstraZeneca che ha affermato che la loro terza dose permette di neutralizzare la variante Omicron così come la variante Delta.
E relativamente al booster si fa sentire nuovamente l’OMS che afferma come i Paesi ricchi stiano ritardando la fine della pandemia, dal momento che bisognerebbe dotare di vaccini anche i Paesi poveri.