Oggi si è riunito il comitato per l’approvazione dei farmaci dell’Ema per autorizzare la distribuzione in Europa di Nuvaxovid, il nuovo vaccino anti-covid della casa farmaceutica americana Novavax.
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A rappresentare l’Italia nel comitato è Armando Genazzani, professore ordinario di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale. Il professore annuncia che i dati sono stati revisionati, l’Ema ha parlato con l’azienda e tutto pare positivo per il via libera alla distribuzione.
“L’Aifa si adopererà per approvarlo in Italia prima di Natale. L’Europa ne ha comprate 200 milioni di dosi, che potrebbero essere distribuite subito dopo. Potrebbe essere proposto in particolare agli incerti, dunque soprattutto per le prime dosi“.
“Nuvaxovid è un vaccino tradizionale, buon compromesso per gli indecisi”
Nuvaxovid è un “vaccino tradizionale”, spiega Genazzani, “costituito dalla proteina e non dall’mRna che la codifica. Si inietta solo la proteina dunque, una cosa che si fa da trent’ anni, e quando l’organismo la riconosce si scatena una risposta anticorpale. La proteina inoltre si introduce con un adiuvante che facilita la risposta del sistema immunitario”.
Aggiunge inoltre che il nuovo vaccino potrebbe “rappresentare una rassicurazione per chi ha immotivatamente paura“. È stato testato anche sulle varianti e, seppure mancano dati certi in merito all’efficacia contro la nuova variante omicron, il vaccino è efficace sul ceppo originale e sulle varianti già conosciute.
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In arrivo per metà 2022 anche il vaccino Vla2001 della casa farmaceutica francese Valneva, già in valutazione dall’Ema. “Si tratta di un vaccino ancora più classico di Nuvaxovid” ha spiegato Genazzini, “A virus inattivato, con risultati simili agli altri”.
Oltre ai nuovi vaccini, l’Ema ha già autorizzato anche una serie di nuovi farmaci contro il sars-cov-2. Si tratta di Xevudy, costituito da anticorpi monoclonali da usare nelle fasi iniziali della malattia; Kineret per il solo ambito ospedaliero, in caso di eccessiva risposta immunitaria al virus. Approvata anche la piccola antivirale di Pfizer, Paxlovid, da utilizzare in fase iniziale del contagio, e Molnupiravir, simile al Paxlovid e già autorizzato in fase d’emergenza.