Un uomo australiano ha recentemente affermato di essere Satoshi Nakamoto, l’uomo dietro l’invenzione del Bitcoin.
Il Bitcoin ci ha messo diversi anni prima di diventare la valuta traino di un mercato in fortissima espansione. Oggi, dunque, si può affermare senza timori di smentita che l’inventore della moneta ci ha visto lungo ed è uno degli uomini più ricchi del mondo. Dietro l’invenzione c’è sempre stato l’account di un uomo conosciuto come Satoshi Nakamoto. Sin da subito, però, si è capito che quello era solo uno pseudonimo e che dietro a Nakamoto si nascondeva qualcuno che non voleva associare la propria identità alla valuta.
Negli anni sono state avanzate alcune ipotesi, la prima riguardava Elon Musk. Il multimilionario sudafricano in questi anni ha fatto una fortuna con le proprie attività ed oggi è l’uomo più ricco al mondo. C’è però chi ancora oggi ritiene che possa nascondere parte della sua ricchezza dietro lo pseudonimo di Nakamoto. La prima volta che è uscita l’indiscrezione era il 2011 e in quella occasione Musk ha negato di essere l’inventore del Bitcoin.
L’anno successivo i sospetti sono ricaduti su Paul Le Roux, criminale conosciuto anche come “Il Jeff Bezos del Dark Web” che era diventato il più grande trafficante di droga nel deep web e che si è anche macchiato di omicidio. Proprio le sue abilità informatiche avevano fatto pensare che potesse esserci lui dietro al Bitcoin. Probabilmente, però, dopo l’arresto nel 2012 e il processo, se fosse stato lui si sarebbe scoperto.
I sospetti sono ricaduti anche sul programmatore Gavin Andresen, ovvero l’uomo a cui Nakamoto avrebbe consegnato le chiavi e la gestione del Bitcoin nel 2010. Alcuni ritengono che in realtà sia stato lui stesso a darsi mandato. Gavin è il fondatore della Bitcoin Foundation, associazione che ha lasciato nel 2016. Andresen ha sempre negato di essere l’inventore e nel 2016 si è detto certo che ad idearlo fosse stato Craig Wright.
Nel 2011 i sospetti del web erano ricaduti anche sul ricercatore di Oxford Vili Lehdonvirta. L’economista però quando gli è stato chiesto ha risposto in modo molto schietto: “Mi piacerebbe dire che sono Satoshi, perché Bitcoin è molto intelligente. Ma non sono io”. L’ultima ipotesi circolata sul web in questi anni ha riguardato Nick Szabo. L’informatico infatti nel 1998 ipotizzò la creazione di una moneta elettronica in un libro, chiamandola “Bit Gold”. Una strana coincidenza in effetti.
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Di recente, il ricco uomo d’affari australiano Craig Wright (sì, proprio quello nominato da Andresen) si è preso la pubblicamente la paternità dell’invenzione del Bitcoin. Questo ha dichiarato di essere lui la persona dietro l’account da 1,1 milioni di Bitcoin rimasti bloccati in tutti questi anni. Wright è stato anche citato in giudizio dai familiari di David Kleinman. L’uomo era un amico dell’imprenditore e secondo i familiari aveva collaborato con lui per la creazione del Bitcoin. Dunque in aula hanno chiesto la metà di quei 1,1 milioni di Bitcoin in suo possesso.
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Wright è stato effettivamente condannato a pagare un risarcimento di 70 milioni di dollari alla famiglia Kleinman, ma non per la criptovaluta. L’uomo d’affari australiano ha dichiarato che prossimamente farà una donazione in beneficienza per dimostrare che dietro a Satoshi Nakamoto c’è proprio lui. In questo modo toglierebbe ogni dubbio sul fatto che c’è lui dietro alla prima moneta elettronica.
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