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Interni

Overdose da Vitamina D: no-vax ricoverato in terapia intensiva

E’ finito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Antonio di Padova un cinquantenne padovano no-vax che si è imbottito di vitamina D con lo scopo di prevenire il contagio da Covid-19.

Leggi anche -> “Grazie ai medici. Vaccinatevi”: il passo indietro del leader No Vax, dopo l’incubo Covid

L’uomo è attualmente seguito dell’equipe del professor Calò nel reparto di Nefrologia 2. L’equipe del professore gli ha letteralmente salvato la vita. Il cinquantenne comunque aveva contratto il virus nelle scorse settimane tanto da dover essere ricoverato. Durante la prima serie di esami si è però scoperto un’intossicazione da calcio, dovuta all’assunzione eccessiva di vitamina D.

Per spiegare meglio questo dato, dobbiamo dire che all’uomo in genere occorrono circa 100mila unità di calcio ogni due settimane. L’uomo di Padova invece era riuscito a somministrarsi 200mila unità nell’arco di appena 24 ore. Gli esami hanno constatato che nel corpo dell’uomo c’era un livello di vitamina D mille volte oltre la norma.

A questo punto è stato costretto a essere ricoverato in terapia intensiva e costretto ad essere sottoposto a dialisi al fine di poter ripulire il sangue e di conseguenza abbassare il livello di calcio nell’organismo. La cura è riuscita e i medici hanno salvato la vita all’uomo.

Il problema è che al momento non è ancora possibile sapere quanta vitamina D rilascerà ancora il corpo del paziente ricoverato e le conseguenze che ne deriveranno.

La raccomandazione del professor Calò: “Evitate i trattamenti fai da te”

Il professor Calò – direttore di Nefrologia 2 nel succitato reparto padovano – ha detto apertamente, come riportato dal ‘Corriere del Veneto’: “Raccomandiamo a chiunque, anche ai no-vax, che prima di somministrarsi qualunque farmaco va sempre consultato il medico di famiglia, chiedendo spiegazioni prima di agire in maniera autonoma”.

Secondo alcune voci, però, il no-vax non si sarebbe pentito delle sue scelte: “Non sono a conoscenza di questa cosa” ha detto ancora Calò. “Per noi i pazienti sono tutti uguali. Il messaggio più importante è quello di evitare il trattamento fai da te. Errori come questi vanno evitati“.

Evidentemente il cinquantenne aveva letto su siti Internet o simili segnalazioni circa la vitamina D, ma assumendone troppa ha corso il rischio opposto, anziché proteggersi ha rischiato la vita: “La vitamina D fa bene per tante cose, ma come tutte le sostanze se utilizzate in eccesso provoca un’intossicazione con conseguenze estreme“.

Tobias Fior

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