Gli astronomi informano che due enormi buchi neri si stanno avvicinando l’uno all’altro e si uniranno in un unico colossale abisso. Ad oggi sono i buchi neri più vicini tra loro mai scoperti e la collisione pare inevitabile.
I due buchi neri di trovano a 80 milioni di anni luce della terra, ma la distanza tra i due è di soli 1.600 anni luce. La dottoressa Karina Voggel, dell’Università di Strasburgo ha dichiarato: “Hanno una separazione minore rispetto ad altre coppie di buchi neri scoperte. Eventualmente, si uniranno in un unico buco nero gigante“.
Al momento della fusione genereranno onde gravitazionali, o increspature spazio-temporali, come predetto dalla teoria della relatività di Albert Einstein.
Il più grande dei due ha una massa 154 milioni di volte superiore a quella del Sole. I buchi neri si trovano al centro di un denso gruppo di stelle, scoperti dal Very Large Telescope (VLT) dell’ESO (Osservatorio Spaziale Europeo), con sede in Chile.
“I due buchi neri sono in rotta di collisione e sono i più vicini mai scoperti: distano solo 1.600 anni luce”
I buchi neri possono essere di diverse dimensioni, e si formano quando una grande stelle collassa su se stessa alla fine del suo ciclo vitale. I buchi neri supermassicci sono i più grandi fino ad ora scoperti, e aumentano la loro massa divorando materia e radiazioni, o probabilmente unendosi con altri buchi neri.
Queste entità sono estremamente difficili da osservare, perché la grande massa non permette alla luce di riflettersi. La grandezza della coppia di buchi neri è stata calcolata grazie alla forza d’attrazione gravitazionale osservata nelle stelle intorno, e ciò è stato possibile solo perché il sistema è molto vicino alla Terra.
Per identificarli gli scienziati hanno dovuto utilizzare uno scanner chiamato MUSE (Multi-Unit Spectroscopic Explorer), montato sul telescopio. La scoperta ha confermato che altri buchi neri potrebbero essersi uniti, o lo faranno in futuro.
Voggel ha aggiunto: “Le nostre scoperte implicano che possano esserci tantissimi altri resti di galassie come queste, nell’Universo, e che al loro interno nascondano enormi buchi neri che aspettano ancora di essere trovati. Ciò potrebbe aumentare il numero totale di buchi neri supermassicci conosciuti nel nostro Universo del 30%”.
Il Dott. Steffen Mieske, collaboratore del team che è giunto alla nuova scoperta, ha dichiarato: “La scoperta di questa coppia di buchi neri supermassicci è solo l’inizio. Con l’apparecchiatura HARMONI sull’ELT saremo capaci di esplorare molto più lontano di quanto possibile adesso, e aumentano le possibilità di fare scoperte come questa. L’ESO e l’ELT saranno cruciali in futuro”.