Google ha ricevuto diverse segnalazioni di Pixel Phone hackerati dopo essere stati mandati all’assistenza: cosa sta succedendo.
Da quando internet è diventata parte integrante della nostra vita, il pericolo che i nostri dati vengano rubati e utilizzati per fini illeciti è aumentato a dismisura. Per questo motivo le compagnie più importanti invitano i propri utenti a modificare a cadenza regolare le proprie password ed in ogni caso a seguire delle regole base per far sì che siano più difficili da smascherare.
Una delle altre avvertenze che vengono condivise ormai quotidianamente è quella di fare attenzione ai tentativi di phishing, ovvero alla ricezione di messaggi nei quali ci viene chiesto di inserire i nostri dati in un link che può somigliare a quello reale dell’account che ci viene segnalato come bloccato.
Questi problemi sono ormai noti a tutti e totalmente slegati dai siti, dalle mail, dai social network a cui accediamo. Diverso è il discorso quando l’hacking avviene in un luogo che dovrebbe essere sicuro. In questo caso andrebbe a mancare la fiducia tra l’utente e l’azienda e questo comporterebbe un danno d’immagine di non poco conto.
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Il danno d’immagine lo è per qualsiasi azienda, ma in particolar modo per una come Google che da anni si spende per la sicurezza dei propri account. Di recente, proprio Google ha cambiato i termini di sicurezza impostando l’accesso con doppio controllo sugli account collegati a YouTube. Si tratta di un sistema già adoperato dalle banche che richiede una verifica aggiuntiva con l’inserimento di un codice che giunge sul telefono dell’interessato.
La breccia nella sicurezza dell’azienda infatti non proviene da un hacking via web, ma da uno interno. In questi giorni sono emerse segnalazioni di Google Pixel (Gli smartphone prodotti dalla compagnia) hackerati dopo essere stati inviati al centro assistenza per una riparazione. A rendere noto il problema sul web è stata Jane McGonigal.
La game designer ha prima segnalato il problema a Google, quindi denunciato l’accaduto su Twitter per mettere in allerta gli altri utenti: “Sì, non mandate il vostro Google Phone in garanzia a riparare. Così come accaduto ad altri prima di me, ieri qualcuno lo ha utilizzato per accedere alla mia Gmail, al Drive, all’email di back delle foto, dropbox, ed ho visto dalle attività che la loro speranza era trovare dei nudi tra i selfie”.
Contattato da Verge sulla segnalazione della game designer, il portavoce della compagnia Alex Moriconi ha dichiarato di essere a conoscenza dell’accaduto e che già stanno indagando su quanto accaduto per rintracciare il colpevole. Trovare la causa di questa invasione di privacy infatti è prioritario per ristabilire la fiducia tra gli utenti e la compagnia.
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