La Nuova Zelanda, uno dei Paesi al mondo che ha messo in atto le misure restrittive più dure, è pronta ad allentare i vari controlli relativi alla pandemia da Coronavirus. Eppure c’è un problema piuttosto serio nel Paese e questo è costituito dalla salute degli indigeni maori, popolazione sottovaccinata.
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Ieri è stato il giorno stabilito in cui in Nuova Zelanda si sono allentate le misure restrittive dopo due anni di pandemia e isolamento dal resto del mondo: pian piano a livello nazionale le attività riprenderanno a riaprire (giacché il governo di Jacinda Ardern ha deciso di abbandonare le sue strategie di eliminazione della variante Delta), mentre i confini nazionali andranno lentamente ad allentarsi a partire da gennaio (così come in altre Nazioni oceaniche, ad esempio Kiribati).
C’è però da considerare il fatto che c’è il rischio che la popolazione Maori subisca un’ulteriore emarginazione.
Questo è la preoccupazione per la leader del partito Maori, Debbie Ngarewa-Packer, che accusa il primo ministro: “Sembra che i Maori siano i più sacrificabili in questo Paese. Il premier è intenzionato ad aprire prima di Natale a spese dei Maori”.
C’è da considerare che in Nuova Zelanda gli indigeni Maori costituiscono il 15% della popolazione e che questi costituiscono anche la fetta di popolazione con la percentuale più alta di casi di Covid-19: in termini di percentuali di vaccinati, all’interno della popolazione Maori le inoculazioni sono al 69% rispetto alla popolazione neozelandese che ha toccato ormai il 90%.
Inoltre c’è anche da dire che alcuni leader Maori incolpano il governo della scarsa distribuzione del vaccino, soprattutto in base al fatto che questo veniva distribuito solamente al fine di proteggere gli anziani, ma il 70% della popolazione Maori ha meno di 40 anni.
A preoccupare poi è anche il rischio della diffusione della variante Omicron tra i Maori, anche se questa non è ancora stata individuata in Nuova Zelanda.
Un altro leader Maori con un post su Instagram ha criticato le scelte del governo neozelandese: “Il Primo Ministro dice che nessuno sarà lasciato indietro. Quello che intende è che nessuno sarà lasciato indietro, tranne i Maori“, questo in riferimento anche al piano che prevede l’istituzione di zone rosse, arancioni o verdi in base al tasso di vaccinazione.
E’ chiaro che questo penalizza soprattutto i Maori.
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